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direttore Antonio De Cristofaro

Sanniti e Liguri Bebiani: prospettive genetiche e storiografiche

Scritto da il 31 maggio 2010 alle 13:05 e archiviato sotto la voce Attualità, Società. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, ha ricevuto alla Rocca dei Rettori il presidente Fernando Miele del “Centro Ricerche Teofilo Petriella per la valorizzazione culturale del territorio”, con il sindaco di Circello, Carlo Petriella, ed una delegazione di amministratori locali e operatori turistici e culturali della Versilia in questi giorni a Benevento per partecipare ad una “Conversazione” sul tema: “Il Sannio crocevia di popoli ed istituzioni. Prospettive genetiche e storiografiche”.

L’iniziativa culturale intende approfondire l’ipotesi di un’indagine scientifica sul DNA delle popolazioni del Sannio e dei Liguri Apuani-Bebiani al fine di cercare nel codice genetico i tratti di quella che fu definita una “fratellanza tra i due popoli” dopo la deportazione, circa duemila e duecento anni fa, di circa cinquantamila Liguri, sconfitti dai Romani, nel territorio del Sannio.

L’indagine è stata promossa da insigni docenti delle Università del Sannio, di Cambridge, di Bologna e di Pisa, con la partecipazione di Giuseppe Benelli, Consigliere del Ministro per i beni e le attività culturali, Biondi, e di Franco Bove, architetto responsabile della riqualificazione dell’area di Macchia di Circello.

Alla “Conversazione” partecipano infatti: John Patterson, Senior Lecturer di Cambridge; Antonella tartaglia Polcini dellì’Università del Sannio; Gaetano Pecora, professore di storia delle dottrine politiche dell’Archivio Storico del Sannio; Aglaia McClintock, ricercatrice di Diritto romano dell’Università del Sannio; Lorenzo Marcuccetti, saggista e storico dei Liguri Bebiani; Donata Luiselli, antropologa dell’Università di Bologna; Giorgio Paoli, ricercatore dell’Università di Pisa e consigliere del Ministro dei beni culturali.

Il presidente Cimitile, dopo aver augurato il successo dell’indagine scientifica, ha auspicato il rafforzarsi dei rapporti culturali ed istituzionali tra le due comunità, unite da questa singolare e drammatica vicenda storica. Cimitile non ha mancato di auspicare che venga rivisto il provvedimento governativo che “cancella” l’Ente del parco geopaleontologico di Pietraroja.

Come si ricorderà nel 180 a.C. i Liguri Apuani, dopo una strenua e lunga difesa del proprio territorio, identificabile, in parte, tra le attuali Toscana e Liguria, dall’assalto delle legioni romane impegnate nella conquista del Nord-ovest italiano, furono infine sconfitti dagli uomini al comando del console Bebio e, per ritorsione agli ostacoli frapposti alla potenza vincitrice, furono deportati, secondo le notizie tramandate da Tito Livio, in numero di cinquantamila (compresi vecchi, donne e bambini) nel Sud del Paese e precisamente nel Sannio, altra terra ribelle a Roma, occupando un’ampia fascia di quel territorio ricompreso principalmente nelle aree oggi note come Alto Sannio e Fortore. Per quella deportazione di massa, il nome del console responsabile fu associato indissolubilmente alle popolazioni cacciate dai loro insediamenti ed oggi note appunto come Liguri Bebiani.

2 Risposte per “Sanniti e Liguri Bebiani: prospettive genetiche e storiografiche”

  1. pierluigi pepe scrive:

    Ho cinquantacinque anni, sono di origine sannita, ma vivo ormai da molti anni in toscana. Vorrei segnalare una cosa che nulla ha a che vedere con la genetica, ma che, comunque, rileva un possibile legame fra le antiche culture dei popoli liguri-apuani e sanniti.
    Recentemente è stata introdotta una nuova festa, apparentemente aliena alla tradizione italiana; si tratta della notte di halloween, di derivazione celtica (originariamente si chiamava samhain, Halloween deriva da All Hallows Eve, ossia la vigilia di tutti i santi), che segnava la fine dell’estate e il capodanno celtico. Il simbolo della festa è, si sa, la zucca dalle fattezze spaventose, illuminata da una candela all’interno.
    Ebbene, per me halloween non è stata affatto una novità perché la notte fra il primo e il due novembre (quindi la notte successiva a quella canonica di halloween) mio nonno faceva le “zucalanterne” che avevano come obiettivo quello di “scantare i muorte”. Ho fatto notare la cosa ad alcuni amici che vivono qui, sempre di origine sannita, che mi hanno confermato che anche loro ricordavano questa vecchia usanza.
    I liguri, come si sa, probabilmente non erano indoeuropei, ma autoctoni, ma si fusero ai celti e ne abbracciarono la cultura. Nulla di più facile che i cinquantamila apuani deportati nel 180 avanti l’era volgare abbiano portato con sé questa festa e che, in qualche modo, si sia tramandata fino, almeno agli anni sessanta; se sia sopravvissuta, dopo la mia generazione, con le connotazioni originarie, lo ignoro.

  2. pierluigi pepe scrive:

    Dimenticavo; un’obiezione che potrebbe, ragionevolmente, essere fatta alla mia ipotesi è: come mai, allora, nel-le regioni abitate da popolazioni celtiche questa tradizione si è persa? Non sono un etnologo e quindi non posso riferirmi a nessuna teoria in proposito ma, in linguistica, esiste il fenomeno delle aree isolate, ove la lingua ori-ginaria è più stabile e conservativa rispetto a quella parlata nel luogo di origine; se la setta regola si potesse ap-plicare anche ad altri aspetti cultirali di un popolo, la spiegazione sarebbe semplice.

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