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Salute: il dentifricio moderno compie 50 anni

Scritto da il 14 novembre 2010 alle 17:27 e archiviato sotto la voce Salute. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Provate a lavarvi i denti con una miscela di sale, pepe, foglie di menta e fiori d’iris, come facevano gli antichi egizi; oppure con una pasta di sale, aceto, miele e schegge di vetro, come usavano fare gli antichi romani, e ringrazierete di cuore il dentista inglese Peabody, che nel 1824 invento’ la prima pasta dentifricia, perfezionata e ‘ammorbidita’ nel corso dei decenni successivi, sino ad arrivare, nel 1960, all’aggiunta del fluoro ed alla nascita ufficiale del dentifricio in tutto e per tutto simile a quello che usiamo oggi, che compie mezzo secolo di vita. La storia del dentifricio e’ molto vecchia e le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Gli ominidi del Quaternario sembra adoperassero un composto di ossa e gusci d’uovo schiacciati: non doveva essere piacevole, ma probabilmente era un metodo efficace. Nel corso dei secoli successivi sono stati compiuti notevoli progressi. Per nostra fortuna, dal momento che prima dell’intuizione del medico romano Scribonio Largo, ‘padre’ di una miscela detergente a base di aceto, miele e schegge di vetro che univa proprieta’ abrasive e antisettiche, si usava l’urina umana, dalle note proprieta’ antinfiammatorie. I secoli passano e si arriva ai primi dell’Ottocento, quando in Inghilterra all’igiene dei denti si provvede con un miscuglio di sale, calcio, carbone e perfino polvere di mattone. Nel 1824, finalmente, Peabody aggiunge a quell’amalgama un detergente, e qualche decennio dopo arriva, con John Harris, l’aggiunta di gesso. Questa pasta, cosi’ composta, viene prodotta e venduta su scala nazionale a partire dal 1873, contenuta in grossi barattoli di ceramica: solo le famiglie benestanti potevano permettersi il lusso di uno spazzolino; gli altri usavano le dita. Nel 1892 un ulteriore passo avanti verso il progresso dell’igiene dentale: il farmacista Washington Sheffield e’ il primo a mettere la pasta dentifricia in un tubetto di metallo pieghievole (poi copiato per moltissimi altri prodotti), rimasto identico fino alla fine del Novecento quando sono sbarcati sul mercato mondiale i tubetti in plastica. Il fluoro fa la sua comparsa per la prima volta nel 1914, ma viene bocciato dall’American dental association (Ada). Gli esperti, soprattutto quelli della Procter & Gamble, non si danno per vinti e avviano nuovi programmi di ricerca che nel 1950 cominciano a dare i primi frutti. Nel 1955 e’ sul mercato il primo dentifricio al fluoruro clinicamente testato e cinque anni dopo, il 1 agosto del 1960, l’Ada si deve ricredere, ammettendo che la pasta dentifricia con l’aggiunta di fluoro “puo’ essere di grande utilita’ per combattere l’insorgenza di carie”. Dopo quel primo, importantissimo successo, il dentifricio e’ divenuto un prodotto insostituibile in (quasi) tutte le case del mondo. Oggi ce n’e’ per tutti i gusti: anticarie, sbiancanti, protettivi, per denti e gengive sensibili. E c’e’ chi (un farmacista di Aosta) ha persino pensato ad un dentifricio specifico ‘per enogastronomi’, capace di “rispettare il potere sensoriale delle papille gustative in previsione di una degustazione”.

                                                                                                                                                                                          Fonte:  Adnkronos

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