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Benevento Calcio, Auteri: “Ho il dovere di far crescere questo gruppo e dargli un’identità”

Scritto da il 30 dicembre 2023 alle 19:21 e archiviato sotto la voce Calcio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Conferenza stampa di presentazione di mister Gaetano Auteri, quella tenuta nel pomeriggio, alla vigilia della notte di San Silvestro, che chiuderà un anno (terribile per la Strega) e ne aprirà un altro (speriamo più fortunato per i colori giallorossi) Lo Special One di Floridia subentra a Matteo Andreoletti, esonerato dopo lo 0-4 interno con il Catania. Si tratta di un gradito ritorno. Fu proprio Auteri ha regalare la storica promozione in Serie B della Strega, creando così un legame indissolubile con la piazza giallorossa.

“Da quando sono arrivato abbiamo fatto cinque allenamenti consecutivi. C’è grande disponibilità dei ragazzi. Ho detto loro che gli esoneri possono capitare nel nostro lavoro e che adesso incomincia un percorso nuovo. Se però questo è avvenuto è perché qualcosa è andato storto è c’è necessità di riflettere e di fare un esame di coscienza. Ho trovato un gruppo di grande qualità eppure qualcosa non ha funzionato.
In questo periodo che sono stato fermo ho visto molte partite. E ripeto, questo è un gruppo forte per la categoria. Se si è visto poco e in maniera intermittente ci saranno stati dei problemi, ma è ora di guardare avanti. Cercherò di valorizzare le risorse di questo gruppo. Finora non hanno giocato da squadra. Dovrà esserci un grande senso di appartenenza, guai se non sarà così. Domani faremo il sesto allenamento consecutivo e poi staccheremo. Voglio arrivare al 6 gennaio dando un impatto diverso al campionato. Per ora però il nostro obiettivo è la partita con la Turris.

I calciatori li sto constatando con i miei occhi. Non capisco perché certi giocatori vogliano rescindere, non capisco il poco senso di appartenenza. Se uno vive la sua professionalità per come deve è in grado di dare il massimo e anche qualcosa in più. Chi si impegna avrà la giusta ricompensa da me. Sarà il campo a decidere se quanto fatto è sufficiente. Io ho il dovere di dare un’identità a una squadra che ha qualità. Dobbiamo pensare tutti insieme all’obiettivo del 6 gennaio.
Speravo che il presidente Vigorito mi chiamasse. Ho avuto altre chiamate in precedenza ma le avevo rifiutate. Sono legato a questa piazza. Mi era rimasto un piccolo nodo in gola per come era andata a finire la prima volta. Questa comunità calcistica mi ha fatto emozionare e non è stato difficile dire sì. Ero già mentalmente pronto.

Non ho paura di ripetermi. Perché si resetta tutto. Penso al presente e al futuro. Per me si è azzerato tutto. Il presente conto poco ed è facilmente dimenticabile. Non penso che se non dovessi ripetermi avrò fallito.
Sarò soddisfatto se giocheremo da squadra. Se con continuità riusciremo ad esprimere certi concetti e ad essere mentalmente predisposti a fare il massimo faremo anche punti. E’ inutile parlare di classifica. Pensiamo ad esprimerci al massimo, a legittimare le partite con la prestazione solo così potremmo valorizzarci. Marotta è un giocatore forte, Ciciretti non si esprime al massimo da un po’ di anni, se avrà la volontà di dare il massimo avrà le sue chance.

Che campionato è questo? E’ il solito campionato in cui vale l’aspetto caratteriale e la determinazione. Chi ha questi aspetti farà bene.
Non amo parlare di mercato. Può arrivare chiunque ma se non sono permeabili e disposti a farsi allenare non serviranno a molto. Entrare nella testa dei giocatori è una cosa importante per fare bene.

Non sarei mai voluto andare via, poi successero delle cose che mi hanno costretto a farlo.
E’ la prima volta che subentro, ma credo di avere l’esperienza per fare bene comunque. I risultati sono la logica conseguenza di quello che fai in campo.
Quello di 7 anni fa era un gruppo che nel girone d’andata aveva delle dispersioni, ma terminate quelle, essendo un gruppo forte si è mentalizzato e siamo andati bene. Bisogna essere all’unisono. Bisogna inseguire obiettivi comuni e non individuali. Le caratteristiche dei singoli devono esaltarsi all’interno del gruppo.

Il gruppo è stato ben allenato. Qualcuno è indietro per alcune problematiche avute. Possiamo giocare in molti modi. Ma con Karic e Talia squalificati siamo contati e quasi obbligati nelle scelte a centrocampo. Però io sono duttile. Non sono attaccato ai numeri perché il calcio è dinamismo, non staticità. Quello che serve è un’identità forte.
Simonetti è un giocatore che mi piace. Le sue qualità migliori sono quelle propositive ed offensive. Può fare anche altri ruoli, ma io preferisco metterli nei loro ruoli per non disperdere qualità.
Ci sono giocatori importanti in avanti, ma non c’è stata continuità di rendimento. I gol materialmente lo fanno gli attaccanti ma dobbiamo migliorare tutti sul gioco offensivo. I giocatori sono importanti per la categoria è difficile a trovarne di più bravi.

Dobbiamo attaccarci ai principi di squadra e non agli arbitri. Se hai i principi non affondi. Dobbiamo ragionare in questo senso.

Le difficoltà del Benevento non credo siano dipese da qualche giocatore schierato fuori ruolo. Ai giovani sono aperto, ma non possiamo attribuirgli troppe responsabilità. In ogni caso, per me conta il campo, sarà lui a decidere.
I capitani possono essere anche molti purché diano l’esempio in campo, siano attaccati alla maglia e hanno tutto un insieme di altre cose. Mi auguro di averne 20.

Senza il senso di appartenenza non si va da nessuna parte. Il calcio è cambiato in peggio perché si pensa al proprio tornaconto senza aver rispetto per la società, un gruppo di compagni e la tifoseria, ciò che io definisco comunità calcistica.
Benevento è un ambiente che mi piace e mi responsabilizza molto. Ho il dovere di far crescere questo gruppo. Dobbiamo lavorare in sintonia. I giocatori sono consapevoli delle partite e ti pesano, capiscono se hai credito o no. Io so solo che lo devo dimostrare.

di Ignazio Catauro

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