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Benevento Calcio, Andreoletti: “Voglio riportare l’entusiasmo, creare un’identità e dare ai tifosi una squadra di cui essere fieri”

Scritto da il 13 luglio 2023 alle 21:46 e archiviato sotto la voce Calcio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Queste le parole del neotecnico del Benevento Matteo Andreoletti, nel giorno della sua presentazione alla stampa.

“Sono felice di essere qui. Mi piacerebbe trasmettervi tutto il mio entusiasmo.
DIFFICOLTA’ GIRONE C – E’ sicuramente un girone difficile quello meridionale, ma mi soffermerei sulle cose positive. E’ un girone molto stimolante perché fatto da squadre importanti. E’ la mia prima volta al Sud e sono carico; so che ci saranno momenti difficili da superare, ma sono convinto che questa esperienza mi aiuterà a crescere.
IDEE DI CALCIO – A me piace una squadra aggressiva che va forte la domenica e per fare questo occorre andare forte in settimana. Mi piace che la squadra sia propositiva, che attacchi con più uomini ma che, al contempo, sia equilibrata.
CAPITALE UMANO – Questa non è una squadra da buttare. In rosa ci sono giocatori molto importanti: lo sono anche quelli che provengono dai vari prestiti. Spero di poter far cambiare idea a chi pensa diversamente, semplicemente perché si viene da annate negative. Il mio compito sarà quello di mettere tutti i calciatori in modo da esprimersi al meglio.
SISTEMA – Non sono legato a un modulo di gioco. Non sono integralista, lo sono solo sul lavoro. La squadra deve lavorare bene in settimana e avere una squadra di cui tutti siano orgogliosi. Per ottenere risultati non ho soluzioni magiche, possiamo solo lavorare tanto.
OBIETTIVO – Il Benevento è una squadra importante per la Serie C, ma questo può essere un’arma a doppio taglio. Dobbiamo calarci subito in questa nuova realtà e avere la mentalità giusta, altrimenti sarà dura. Dobbiamo capire che ora siamo una squadra di Serie C.
Il presidente è innamorato di questa squadra nonostante le vicissitudini passate. Il Benevento in C non può fare un campionato banale.
GRUPPO ETEROGENEO – Non mi è mai capitato di partire con così tanti giocatori. Il nostro è un gruppo eterogeneo e all’inizio sarà complicato, ma fa parte anche di un processo di crescita. Però ci sono giocatori di qualità, l’importante è che tutti si calino nella nuova realtà. Non sono interessato alla carta d’identità e al curriculum di ciascuno di loro. La rosa sarà ampia ma anche zeppa di calciatori forti.
CHIAMATA – Sono qui grazie al campionato fatto con la Pro Sesto e ringrazio i miei ex calciatori per questo. Avevo voglia di provare una categoria superiore, poi però ha chiamato il direttore Carli (20 anni in serie A) e il suo grande entusiasmo unito alla caratura della squadra non mi ha fatto esitazione neppure per un istante. Sono qui perché me lo sono guadagnato, nessuno mi ha regalato niente. Vengo da una squadra che davano tutti per retrocessa ma che poi è arrivata fino ai playoff. Quindi, no, non ho paura di questa nuova avventura.
OBIETTIVO PERSONALE – Sono ambizioso. Volevo salire in Serie B l’anno scorso, figuratevi quest’anno col Benevento dove non mi manca niente. Sui calciatori dico: è giusto che rimanga chi abbia voglia perché ci aspetta un campionato tosto.
ENTUSIASMO DA RICREARE – Il senso di appartenenza non è baciare una maglia o andare sotto una curva ad esultare. Il senso di appartenenza si ottiene attraverso una squadra di cui i tifosi ne siano orgogliosi. Se lavori al massimo, la domenica lo si vede in campo e i tifosi lo vedono. L’identità che voglio dare alla mia squadra è quella del lavoro e dell’impegno massimo.
LEADER – Quelli tecnici ne ho tanti. Quelli morali, i veri capitani, ad oggi non so quali possono essere perché non conosco i calciatori. Devo parlarci e capire.
AMICHEVOLI – Non sono un amante delle amichevoli. Preferisco lavorare sul campo.
COSA SERVE – Serve la convinzione dei giocatori: di quelli che arrivano o rimangono. So che può esserci un po’ di negatività dopo la retrocessione. La differenza la devono fare i nuovi che devono essere contagiosi. E’ così che voglio costruire il Benevento, con l’entusiasmo dei nuovi.
FILOSOFIA DI GIOCO – Sarà complicato esprimere un bel gioco specie in casa perché molte squadre giocheranno in contropiede. Bisogna essere equilibrati. Nel calcio moderno la differenza la fanno le transizioni. E’ fondamentale recuperare subito la palla quando la si perde e poi andare avanti con aggressività. Dal punto di vista tattico, è fondamentale.
Vorrei parlare con ogni singolo calciatore per capire chi vuole rimanere. Forse troverò inizialmente negatività, ma spero che attraverso l’entusiasmo e la mia proposta di gioco posso far cambiare idea a molti.
L’anno scorso sono stato un privilegiato perché avevo un gruppo che mi ha seguito e dato tanto. Sarei uno stupido a proporre qualcosa di diverso qui a Benevento. Voglio che i calciatori si mettono in discussione e mi dimostrino di essere bravi. Il posto assicurato non ce l’ha nessuno. Tutti devono meritarselo.
MODULO – Ho delle idee di gioco ben fisse in testa e non le cambio. Il sistema di gioco è importante solo per il mercato. Il mio obiettivo è mettere i giocatori di qualità nel ruolo dove rendono di più. Questo poi lo scopri allenando. Voglio costruire qualcosa che sia fluido e usare un modulo che sia fondato sulle caratteristiche dei miei calciatori.
SOMIGLIANZA CON DE ZERBI – Precisiamo subito: lui è bresciano e io bergamasco. Scherzo. Mi fa piacere essere accostato a De Zerbi, ma spero che lo diciate voi a fine stagione. Qui a Benevento mi hanno parlato bene di lui. Mi è stato detto che nonostante la retrocessione in B i tifosi hanno applaudito la squadra: vorrei creare le condizioni per portare entusiasmo. Meno pazzo di De Zerbi? Non mi avete visto in panchina.
CITTÀ – La cosa fantastica è che qui ogni dipendente ha tutto quello che gli serve. Quando una società toglie alibi del genere è giusto che pretenda il massimo dai suoi tesserati. Queste strutture me le tengo strette. Ho voglia di vivere qui in città. Ho passeggiato per il corso e ho trovato una città bella e pulita. Ho incontrato gente che mi fermava per darmi coraggio.”

di Edoardo Porcaro

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