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Benevento, Andreoletti: “Messina squadra con identità chiara, ci sarà molto da difendere”

Scritto da il 3 novembre 2023 alle 22:40 e archiviato sotto la voce Calcio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Queste le parole di mister Matteo Andreoletti in vista del match di domenica Messina-Benevento

“Il fatto che il Messina nelle ultime settimane abbia giocato ogni tre giorni può essere un vantaggio col procedere della partita, anche se hanno fatto spesso turnover e contro di noi andranno in campo gli uomini più freschi. Non sceglierò in base alle energie degli avversari, ma terrò conto di quello che ho visto in settimana e alla strategia tecnico-tattica da applicare contro i nostri avversari.
Ho abbondanza di calciatori bravi e quest’anno non mi sono trovato in difficoltà numerica. Toccare qualcosa che funziona mi crea qualche turbativa, ma è chiaro che le scelte vanno fatte sia per quanto visto nella scorsa partita, ma anche premiando quanto visto nel corso della settimana. Queste sono le situazioni che cerco di tenere sotto controllo”.

“La prestazione di Bolsius con il Potenza non è stata insufficiente. Su di lui ci sono grandissime aspettative. E’ un giocatore che può far saltare gli schemi in qualunque momento, anche con squadre che difendono in dieci dietro la linea della palla. Nell’uno contro uno può determinare parecchio, quindi me lo tengo stretto anche dall’inizio. Credo che sia un giocatore che non sa quanto sia forte: abbina qualità tecniche e fisiche di categoria superiore. E’ un giocatore molto istintivo e deve lavorare maggiormente su aspetti tecnico-tattici e con i compagni.
Karic? L’ho usato in tutti i ruoli. E’ un calciatore di grande corsa e intensità che può migliorare tecnicamente e se gioca davanti lo fa più per dare equilibrio alla squadra, consentendomi di avere un centrocampista in più. Non mi posso aspettare da lui la qualità di Ciano o Ciciretti. Può giocare sia a destra che a sinistra, è una valutazione che sto facendo”.

“Quelle di Pinato e Ciciretti sono situazioni molto diverse. Ciciretti dobbiamo riconquistarlo dal punto di vista della condizione fisica e dell’intensità. Non mi aspetto che passi da zero a cento, ma di partita in partita potrà ottenere maggiore condizione. E’ una questione di tempo. Pinato è un elemento ristabilito. Il suo problema è quello di convivere con il dolore, cercando che diminuisca con il tempo. Dal punto di vista mentale non è al 100%, ma dal punto di vista fisico lo è sicuramente”.

“E’ innegabile che le migliori prestazioni Improta le ha fatte a destra. Può ricoprire tanti ruoli e darmi molte soluzioni, anche se lo vedo meno sulla trequarti. Voglio capire perché si è trovato meglio a destra, sinceramente non vedo grandi problematiche nelle due zone del campo”.

“Pinato trequartista? Sono valutazioni che all’interno dello staff ci troviamo spesso a fare. Da un punto di vista del ruolo, è una mezzala d’inserimento. A quel punto rientrando le chance sono due: o cambiare sistema di gioco e lavorare con un centrocampo a tre o adattare un centrocampista da trequartista. E Pinato potrebbe essere un candidato. Questo potrebbe darci dei vantaggi per quanto riguarda il riempimento dell’area e nella chiusura dei cross dall’esterno. C’è da capire nelle giocate nello stretto quanto sia a suo agio giocare spalle alla porta. In futuro potrà essere una valutazione. Ho comunque diverse scelte”.

“Abbiamo sempre creato i presupposti per fare più di un gol. Abbiamo una buona stabilità difensiva, ma dobbiamo lavorare sulla finalizzazione. In questo momento facciamo fatica a chiudere le partite. Non sono preoccupato perché produciamo molto e conosco la qualità dei miei attaccanti. Ferrante ha voglia di trovare il gol, sono certo che arriverà. Il rientro di Marotta è molto importante, sia all’inizio o in corsa uno come lui ha qualità uniche all’interno dell’area di rigore. E’ un rientro importante sia per il gioco sia perché torna un leader in grado di motivare la squadra”.

“Le risposte che mi aspetto da chi non gioca non sono i musi lunghi. Voglio gente che spinge e vada al massimo. Masciangelo si è meritato la sua opportunità, lavorando e facendosi trovare pronto quando è stato chiamato in causa; ha risposto in maniera importante al di là del gol. Il modo giusto per far vedere che un calciatore c’è è quello. Penso di riproporlo, sapendo di avere Benedetti che è un elemento di assoluta affidabilità e che spinge al massimo”.

“Sono qui da quattro mesi, ma mi sembrano quattro anni perché sono stati molto impegnativi. Alleno una squadra importante, la più importante della mia carriera, mettendoci tutto l’impegno per fare il massimo. La soddisfazione più bella è quella di sapere da dove siamo partiti, trovando le macerie dopo la retrocessione, con tanti giocatori che non vedevano l’ora di andar via. Oggi abbiamo creato qualcosa di importante, perché chi gioca nel Benevento onora la maglia. Credo che questo sia l’obiettivo più importante che abbiamo centrato fino ad oggi. I risultati sono buoni. Da quando siamo partiti, pensare a essere dove siamo e non parlo di classifica ma di gruppo, è ciò che mi rende più orgoglioso. Sono molto soddisfatto di questo aspetto”.

“Non sono preoccupato che Ciano non abbia fatto gol. Credo sia una questione di situazioni, considerato che le occasioni non sono mancate. Il gol arriverà. La squadra lo sta mettendo nelle condizioni di segnare. Ciò che mi sento di dire è che abbiamo ancora tantissimi margini di miglioramento e questo è importante per il futuro. Ci sono i presupposti per fare una stagione importante, ma dobbiamo continuare a lavorare e a tenere alta l’attenzione perché basta poco per imborghesirci”.

“La squadra rilevazione del campionato? Dire Juve Stabia è troppo facile. Ciò che verrà fuori alla lunga è che le famose squadre favorite, dall’Avellino al Crotone così come il Catania, arriveranno nelle posizioni finali perché hanno dei valori importanti”.

“La mia visione del ruolo di allenatore parte dal fatto che non ci sia nulla di più importante rispetto al bene della squadra. Non ho messo da parte completamente le mie idee, ma ho semplicemente pensato che il percorso fosse più lento rispetto a quello che mi aspettavo. La mia idea di calcio è sempre quella, ci stiamo avvicinando man mano. Sono qui non per vendere me stesso o mettermi in vetrina, ma per fare un campionato importante con una squadra di livello. Il mio obiettivo e la visione del Benevento è quella di avvicinarsi alla mia idea di calcio, ma dovevamo focalizzarci prima su altri obiettivi”.

“Le referenze su Pastina erano pessime, soprattutto dal punto di vista della professionalità e della serietà. Io l’ho soltanto allenato. Non ho fatto niente di straordinario, forse è scattata in lui la giusta maturità. Credo che abbia dei margini di miglioramento incredibili. Non deve accontentarsi ed oggi un po’ lo fa. Il suo rendimento è figlio di un qualcosa che è partito da lui”.

“Il regalo di Natale? Il grande obiettivo sarebbe quello di arrivare fino a Natale e mangiare il panettone. Battute a parte, penso che l’obiettivo più bello sia quello di andare in ogni battaglia con i nostri soldati. Dobbiamo far sì che si esprimano al massimo. Il mio compito è quello di far esprimere tutti i calciatori oltre i limiti. Abbiamo una rosa forte, in tanti ancora non si sono espressi nel migliore dei modi. Per parlare di altro ci sarà tempo”.

“Il mio più grande dubbio è la linea difensiva. Chiunque ho messo in campo ha risposto con grande qualità. Escludere uno di loro quattro (Berra, El Kaouakibi, Pastina e Capellini, ndr) diventa complicato. La valutazione che devo fare per sbagliare il meno possibile è legata alla richiesta della partita. La lettura è ciò che dobbiamo fare dal punto di vista strategico. La scelta è cioè se avere un regista difensivo in più oppure rinunciare a questa opzione per avere un difensore più adatto ai duelli”.

“In questo girone, ad ogni partita si affrontano avversari di livello che hanno gli strumenti per metterti in difficoltà. Il Messina ha raccolto gran parte dei punti in casa. Il campo è larghissimo e lunghissimo, questo valorizza la loro manovra. Il Messina è l’unica che ha fermato l’Avellino che sembra essere una schiacciasassi. Affrontiamo una squadra con una identità chiara, con il Taranto ha cercato di fare qualcosa di diverso partendo con il 3-5-2, ma poi si è messo 4-3-3 e 4-2-3-1 nel finale. E’ la squadra più zemaniano del girone, tanti giochi esterni e tante palle sui terzini. Dobbiamo essere bravi a sapere che ci sarà da difendersi maggiormente perché ti portano tanti calciatori sopra la linea della palla. Sarà una sfida dove sicuramente non avremo il dominio per molto tempo, ma dobbiamo andare a prendercelo”.

“Giovani? Per loro non sono mesi persi. Eravamo consapevoli che qualcuno avrebbe trovato meno spazio. Si è fatto la scelta di tenere dei ragazzi cercando di farli lavorare con noi, pensando che potesse essere il contesto migliore per farli crescere. E’ chiaro che la loro crescita passa anche dalle partite, questa sarà una valutazione, fermo restando che la priorità sarà il Benevento. Li stiamo trattando come i più importanti della rosa, quindi sappiamo che qualcuno è penalizzato dal punto di vista del minutaggio, ma non per il lavoro settimanale”.

Di Edoardo Porcaro

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