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Il segreto di Hanna e Catherine Spaak, da Benevento a Venezia

Scritto da il 31 gennaio 2019 alle 13:09 e archiviato sotto la voce Cultura & Spettacoli, Foto, Primo Piano. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il segreto di Hanna e  Catherine Spaak, da Benevento a Venezia

Soddisfazione espressa dal regista Giambattista Assanti per la scelta di un testo portato in prima nazionale al Teatro San Marco di Benevento

Un dramma dedicato al Giorno della Memoria, “Il segreto di Hanna”, portato in scena in prima nazionale al Teatro San Marco dei Benevento e interpretato dall’attrice Catherine Spaak è arrivato a Venezia dove è stato presentato al pubblico nella serata di ieri 29 gennaio.

Grande soddisfazione è stata espressa dal regista Gianbattista Assanti che ha anche curato l’adattamento teatrale: “Il Teatro San Marco di Benevento da noi scelto come sede della prima teatrale di questo intenso reading dedicato alla Memoria ha portato fortuna e ci ha donato un importante risultato in termini di consenso di pubblico e di critica giornalistica. Queste alcune delle motivazioni che hanno spinto il Consiglio comunale di Venezia a scegliere proprio la nostra messa in scena e a mettere a disposizione il prestigioso Teatro Goldoni per una replica particolarmente apprezzata dal pubblico. Sono particolarmente felice, inoltre, perché il ricavato della vendita dei biglietti andrà interamente devoluto alla pediatria Ulss3 Serenissima dell’ospedale civile della Città”.

“E’ stata una intensa emozione già durante le prove – ha confidato Catherine Spaak – non nascondo di non essere riuscita a trattenere le lacrime nel ripercorrere quella storia di orrori. Poi in scena, di fronte a un pubblico attento e silenzio sono riuscita a contenermi.
Ogni rappresentazione è diversa dalle altre e in ognuna, pur essendo sempre dentro il personaggio, si prova sempre una diversa emozione”

“Il segreto di Hanna”, è una appassionante prova d’attore sul dramma delle leggi razziali e sugli orrori del nazismo.
Un racconto carico di emozioni, una narrazione sul filo della memoria, parole misurate, a tratti sussurrate, per parlare di un dramma personale innestato in uno di portata mondiale.
Il ritrovamento di un diario in una camera di un appartamento berlinese, questo l’incipit narrativo che porterà alla scoperta di Ingrid, in gioventù Hanna, così si chiamava, ormai vecchia signora alle prese con le sue memorie a tutti taciute per decenni.

Nove anni di persecuzioni, di orrori di cui Ingrid è protagonista, lei è infatti una addetta alla sorveglianza del campo di Auschwitz ed è tra le accompagnatrici verso le terribili camere della morte di quelle vittime, le più innocenti di tutte, i bambini. Ora è madre e per Sara, sua figlia che ha ritrovato il diario, inizia un triste periodo di domande che attraversano quella terribile cronaca del tempo. Perfettamente nella parte, Catherine Spaak, splendida Sara, non sarà capace di perdonare nemmeno quando la vecchia madre che “ha lasciato l’anima ad Auschwitz” le chiederà in un’ultima pagina una parola di perdono.

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