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La guerra dei Fuochi, incontro del PCI di Sant’Agata de’ Goti per parlare di rifiuti e roghi tossici

Scritto da il 22 febbraio 2019 alle 11:29 e archiviato sotto la voce Foto, Primo Piano, Società. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

La guerra dei Fuochi, incontro del PCI di Sant’Agata de’ Goti per parlare di rifiuti e roghi tossici

Si terrà sabato 23 febbraio, dalle ore 17:00 alle 18:30 presso la Biblioteca Melenzio, l’incontro dal titolo La Guerra dei Fuochi, organizzato dalla sezione del PCI di Sant’Agata de’ Goti. Interverranno Giuseppe Manzo e Lorenzo Girotti, autori della video-inchiesta La Guerra dei Fuochi, trasmessa dalla televisione svizzera RSI.

Il tema dei rifiuti e dei roghi è purtroppo sempre attuale. La Campania non brucia da oggi. Troppo spesso si preferisce ignorare la faccenda, come se i roghi fossero tutto sommato semplici atti di teppismo, di incuria, di inciviltà. Come se bastasse a risolvere il problema un po’ di pattugliamento delle forze dell’ordine e una ramanzina a i campani per la loro atavica disaffezione verso la Cosa Pubblica.

Non può essere liquidato così un fenomeno che invece è ben più ampio: la filiera produttiva “delle merci parallele” nella nostra regione ha bisogno da un lato di nascondere le tracce e dall’altro di abbattere i costi di produzione. Inventa, allora, l’idea più vecchia del mondo: seppellire o bruciare tutto.

Un’idea talmente redditizia che si può proporre a qualche industriale del Nord di accedere allo stesso “servizio”, così che i fusti interrati e i materiali combusti spesso, quando riconoscibili, portano codici di ben altre latitudini: Milano, Torino, Ferrara, Roma. Tutto questo è storia nota.

Non pare esagerato dire che oggi gli incendi che hanno devastato la Campania sono l’equivalente degli attentati dinamitardi mafiosi di trent’anni fa.

Questo non vuol dire necessariamente che dobbiamo immaginare una concertazione precisa dei clan in una misteriosa stanza dei bottoni: la camorra non è Cosa Nostra, non ha mai avuto un’organizzazione verticale e non c’è niente che autorizzi a pensare che un complotto vero e proprio ci sia.

Quello che è vero, però, è che esistono pezzi dell’economia criminale che hanno lucrato sulla nostra regione negli anni. C’è qualcuno, insomma, non un’organizzazione, non una Piramide, ma pur sempre qualcuno che non ha avuto o non sta avendo quello che aveva preteso, quello che gli era stato promesso, quello per cui erano stati mobilitati uomini e voti.

Vi aspettiamo per discuterne assieme sabato 23 febbraio!

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