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San Giorgio del Sannio, ex ETI: circolo Legambiente, ecco perché occorre abbattere tutto

Scritto da il 13 aprile 2019 alle 10:59 e archiviato sotto la voce Ambiente, Cronaca, Foto, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

San Giorgio del Sannio, ex ETI: circolo Legambiente, ecco perché occorre abbattere tutto

“Mantenere in vita la vocazione industriale dell’ex agenzia dei tabacchi di San Giorgio del Sannio serve solo a giustificare l’espansione edilizia. È una follia lasciar marcire nell’abbandono 40 mila metri quadri all’ingresso del paese. Occorrono coraggio, visione del futuro e un cambiamento radicale, abbattendo tutto e convertendo ad area verde attrezzata uno spazio grande come sei campi da calcio”. Così Nicola De Ieso, presidente del circolo Legambiente Medio Calore, sintetizza il punto di vista dell’associazione ambientalista sul dibattito in corso in merito al futuro di quello che resta dell’insediamento manifatturiero della defunta ETI.

“Continuiamo a discutere di vocazioni industriali da scoprire o riscoprire – spiega il presidente De Ieso – come se non fossero bastati i fallimenti delle aziende informatiche quando sono finiti i contributi pubblici, i sogni infranti di tanti giovani e la illusoria Silicon Valley sannita. Altre ipotesi manifatturiere sono pura teoria. Cominciamo a dire qualche verità sull’ex agenzia dei tabacchi. La vocazione industriale dell’ex ETI ha un ruolo preciso nel piano urbanistico: prevedere un incremento dei residenti impiegati in un nuovo opificio tecnologico, come preconizzato nel lontano 2005 dal piano triennale della Provincia di Benevento. Il piano urbanistico comunale è uno strumento politico che deve servire a garantire la qualità della vita dei cittadini e non solo a stabilire dove costruire. Noi proponiamo di cambiare paradigma, aprendo un tavolo di lavoro tra Comune, Provincia e Regione, modificando la destinazione urbanistica, chiedendo di investire risorse per l’abbattimento di tutti i fabbricati e la bonifica dei terreni. Un bagno di realismo dopo 20 anni di chiacchiere a vuoto e soldi buttati. Gli insediamenti industriali all’interno di un’area urbana sono fuori dal tempo. Già sarebbe un miracolo vedere qualche azienda nell’area Pip di San Giovanni, desolatamente vuota”.

“Su un’area così grande – aggiunge Cristiano Ciccarelli, direttore del circolo Legambiente Medio Calore – si può immaginare un grande parco pubblico attrezzato, dove fare sport, passeggiare e vivere momenti di socializzazione. È nostra intenzione consultare i cittadini, aprendo un confronto sulle nostre proposte. L’area è sufficientemente grande per immaginare la realizzazione di una Città dei Bambini, un parco a tema dove poter giocare e imparare attraverso percorsi educativi. Un’esperienza simile è stata realizzata da Legambiente con il parco Eco-Archeologico di Pontecagnano. Allo stesso tempo si potrebbe immaginare la realizzazione di un ecocentro comunale, uno spazio moderno e sicuro dove poter conferire rifiuti riciclabili secchi ricavandone uno sconto sulla Tari, con la possibilità di creare una struttura leggera per lo scambio e il riuso di arredamenti e apparecchiature elettroniche. Così come realizzare un auditorium in bioedilizia. È una rivoluzione culturale, un nuovo approccio che dice basta al cemento selvaggio e agli ecomostri. Occorre cambiare prospettiva e non pensare solo a seminare cemento. Noi siamo il paese dove per fare una villa comunale si è costruito prima un muro da 300 mila euro e poi rinviate la piantumazione degli alberi. Se il processo fosse stato inverso, oggi sarebbe già aperta. Fino a quando la logica del mattone sarà prevalente, la qualità della vita sarà sempre peggiore”.

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