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Sequestro discarica Sant’Arcangelo: Aceto risponde a Boccalone e Sandrucci

Scritto da il 22 marzo 2011 alle 12:06 e archiviato sotto la voce Ambiente. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

L’assessore provinciale all’Ambiente, Gianluca Aceto, risponde alle critiche ricevute dopo il sequestro della discarica in Contrada Nocecchie a Sant’Arcangelo Trimonte da Nicola Boccalone, consigliere comunale del gruppo Territorio è Libertà e Sandra Sandrucci di ‘Altrabenevento’.

«La violenta requisitoria dell’avvocato Nicola Boccalone appare strumentale e volgare, chiara espressione di un clima avvelenato e impazzito, anche a causa delle imminenti elezioni al comune di Benevento. Altrimenti non si spiegherebbe l’attenzione di Boccalone per la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, della quale in passato non è importato granché. Non mi ricordo di sue presenze sul territorio, nemmeno nei momenti più delicati. E nemmeno, a dire il vero, quando furono decise la localizzazione e l’apertura del sito.
Risibili appaiono le invettive contro la Provincia e la SAMTE che, contrariamente a quanto affermato dal Nostro, stanno facendo miracoli: parlo della difesa del territorio e della programmazione complessiva del ciclo rifiuti. L’insipienza politica e tecnica del Boccalone, del resto, è dimostrata dal fatto che egli nemmeno conosce l’esistenza del piano rifiuti. Vorrei spiegare a lui e a quanti, come lui, provano e proveranno a speculare sulla vicenda Sant’Arcangelo Trimonte, che un soggetto imprenditoriale ha bisogno di crescere senza fretta e limitando al minino gli inevitabili errori. Ed infatti, dal prossimo mese di giugno, la SAMTE gestirà direttamente lo STIR di Casalduni, avendo intanto provveduto ai lavori riguardanti la biostabilizzazione e la trasferenza dell’umido.
Ricordo a Boccalone, ancora, che la gestione della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, inclusi i lavori di messa in sicurezza, non sono stati una scelta della Provincia, ma un obbligo imposto dal Governo Berlusconi quando Boccalone ne era sostenitore territoriale. E infatti lui, all’epoca, era distrutto e non parlava. I lavori di messa in sicurezza costeranno circa 18 milioni di euro, ed è soltanto grazie all’opera della Provincia che ha consentito di ‘trovare’ ben 10 milioni, cosa che consentirà di non gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini sanniti l’operazione. Infatti, come dovrebbe essere noto anche allo stesso Boccalone tutti i costi della gestione dei rifiuti devono essere coperti dalla tassa.
Ciò detto, la cosa più importante non solo le oscenità verbali di Boccalone, ma la sicurezza dell’ambiente e dei cittadini. Con questo scopo fu istituita per Sant’Arcangelo Trimonte una Commissione di monitoraggio e controllo alla quale, guarda caso, si devono le azioni di sorveglianza e le indagini tomografiche in corso di svolgimento e le cui prima risultanze hanno indotto a modificare il piano di gestione della discarica, in attesa dei risultati conclusivi. In assoluta trasparenza, nelle scorse settimane, in Commissione era stata comunicata la decisione della SAMTE di chiudere il lotto 2 e conferire i soli rifiuti sanniti presso il lotto 1. Cosa confermata dalle prescrizioni del GIP del tribunale di Benevento. E non è un caso che la società e la Provincia hanno sempre assicurato massima collaborazione agli inquirenti, non avendo nulla da nascondere nel proprio operato né interessi particolaristici da tutelare.
Boccalone cerca spazio mediatico per esigenze elettorali: infatti nel capoluogo si vota a maggio; ma speculare su Sant’Arcangelo Trimonte è da irresponsabili. Il vero punto è come sia accaduto che qualcuno decidesse di aprire una discarica su un versante in frana. Boccalone si ponga questa domanda. Per la risposta non deve andare lontano: è sufficiente guardare attorno al tavolo politico e chiedere ai suoi nuovi compagni cordata».

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«Nel gran calderone dei rifiuti è facile fare confusione, magari con il solo scopo di trovare un po’ di spazio sui giornali. E’ accaduto alla rappresentante di ‘AltraBenevento’, Sandra Sandrucci, che fa finta di non conoscere l’azione costantemente svolta dalla Provincia di Benevento in relazione alla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte. L’ubicazione del sito fu decisa nel 2007 e i conferimenti iniziarono alla fine di giugno del 2008. La giunta Cimitile si era insediata da poche settimane.
Secondo le singolari osservazioni della Sandrucci, dal 1° gennaio del 2010 la Provincia avrebbe dovuto chiudere la discarica e aprire, simultaneamente, un nuovo sito. Roba da barzellette, non solo per l’impossibilità materiale dell’operazione: lo capirebbe anche un bambino. Ma anche perchè aprire una discarica vuol dire sostanzialmente: 1) trovare il sito adatto; 2) spendere un mucchio di soldi per attrezzarlo. Ebbene, da AltraBenevento nessuna idea è venuta per risolvere i due punti. Alla meritoria associazione beneventana, inoltre, voglio ricordare che ogni costo del servizio si scarica automaticamente sulla tassa rifiuti cioè sui cittadini. Troppo facile fare le maestrine sulla stampa, parlando di ambiente e altri nobili argomenti. Altrettanto facile cadere in palese contraddizione: Altrabenevento da un lato dice di voler tutelare i contribuenti del capoluogo, oberati dalla TARSU, e poi avanza proposte talmente onerose che comporterebbero il raddoppio della stessa tassa a discapito di tutti i sanniti. Viene da chiedersi da che parte stia Sandra Sandrucci e, soprattutto, se queste precisazioni serviranno a chiarirle un po’ le idee…»

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