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Cives, Massimo De Rosa ha discusso del progetto Policoro

Scritto da il 19 aprile 2011 alle 17:35 e archiviato sotto la voce Sociale. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Si è svolto nei giorni scorsi il tredicesimo appuntamento della IV edizione di CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune.

Nel salone Leone XIII in Arciepiscopio, a piazza Orsini, Massimo De Rosa – Presidente di INECOOP Istituto Nazionale per l’Educazione e la Promozione Cooperativa – Ettore Rossi – Direttore Ufficio Problemi Sociali e Lavoro della Diocesi di Benevento – e Daniele Mazzulla – già Animatore di comunità hanno discusso del “Progetto Policoro”, il progetto della Chiesa cattolica italiana che cerca di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno.

“Grazie al progetto Policoro anche a Benevento sono nate interessanti realtà lavorative – ha spiegato Ettore Rossi nell’introdurre l’incontro – L’intuizione di don Mario Operti (fondatore del progetto Policoro nel 1995) mette i giovani nelle condizioni di poter sviluppare la propria idea imprenditoriale. Policoro si avvale non soltanto della collaborazione di tre Uffici diocesani (Lavoro, Giovani e Caritas) ma anche dell’animatore di comunità, figura cardine del progetto, incaricata di seguire e promuovere le varie esperienze e programmare le iniziative formative”.
“Policoro ha cominciato a muovere i primi passi in diocesi quattro anni fa grazie all’impulso di mons. Andrea Mugione – ha esordito Daniele Mazzulla – Abbiamo cercato di seguire due direttrici di lavoro: da un lato abbiamo invitato tutte le realtà locali facenti capo alla realtà ecclesiale di mettersi insieme per sostenere i giovani che vogliono fare impresa; dall’altro ci siamo rivolti ai giovani dicendo loro di rimboccarsi le maniche per affrontare la realtà perchè sfruttando i propri talenti si può aprire un percorso lavorativo anche definitivo. A Benevento le imprese nate in tre anni – ha proseguito Mazzulla – rappresentano il 10 – 15% delle Policoro operanti in Campania. In diocesi operano attualmente due cooperative sociali che si occupano di minori e due cooperative di produzione e lavoro che si occupano rispettivamente di editoria e comunicazione e attività turistiche e culturali”.

“Il progetto esprime, innanzitutto, un particolare stile di lavoro – ha affermato Massimo De Rosa – perché non c’è nessun’altra iniziativa all’interno del mondo ecclesiale nel quale è sancito il principio dello stare insieme e della condivisione. I tre Uffici diocesani, le associazioni laicali coinvolte, quelle della filiera evangelizzatrice e della filiera formativa (organizzazioni imprenditoriali e sindacali) vengono chiamate direttamente in causa e impegnate a sostenere le iniziative dei giovani”. Anche De Rosa ha insistito sulla centralità della figura dell’animatore di comunità. “Gli animatori restano in carica per tre anni. Il progetto è costruito in maniera tale che quando l’animatore arriva al suo terzo anno di impegno potrà realizzarlo a patto che la diocesi gli affianchi qualcuno da avviare agli altri tre anni e così via. Fare in questo modo comporta sicuramente costi maggiori ma, siccome il progetto deve essere portato avanti così come è stato costruito, la CEI impegna una parte dell’otto per mille e le diocesi parte dei propri soldi”.
“Nel 1995 le diocesi coinvolte erano 19, oggi sono 91. Questo progetto – ha proseguito De Rosa – nato per il Mezzogiorno si sta allargando a tutt’Italia. Fanno parte di Policoro anche alcune diocesi dell’Emilia e una umbra (di Assisi). Gli animatori di comunità da 26 sono diventati 127; ciò significa avere 127 presidi sul territorio preparati per accompagnare i giovani nel realizzare un’idea imprenditoriale. Gli animatori devono essere bravi a costruire relazioni sul territori. Le relazioni rappresentano la fiducia tra le persone e la fiducia è l’elemento principale per lo sviluppo dell’imprenditorialità. E’ necessario che gli animatori sappiano indirizzare i giovani da coloro che siano concretamente in grado di aiutarli”.
De Rosa ha poi aggiunto che le esperienze imprenditoriali nate con Policoro non hanno automaticamente il bollino di qualità; la qualità del loro lavoro è data dal rispetto delle regole, dall’operare in trasparenza, dalla capacità di coinvolgere i soci tant’è che,da questo punto di vista, il progetto è ancora più ambizioso perché si rivolge a tutte quelle imprese che vogliono stare in questa logica. “Tutto ciò – ha concluso De Rosa – ci riporta al nostro compito di cristiani: avere una parola buona, costruita sui valori, per tutti, cosi com’è il Vangelo”.

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