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direttore Antonio De Cristofaro

Guardia Sanframondi: stima dei danni provocati dalle precipitazioni atmosferiche

Scritto da il 3 marzo 2011 alle 13:26 e archiviato sotto la voce Attualità, Foto. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Guardia Sanframondi: stima dei danni provocati dalle precipitazioni atmosferiche

L’esondazione del fiume Calore avvenuta nello scorso mese di novembre ha provocato notevoli danni nel territorio del Comune di Guardia Sanframondi, dove in località Starza ha sommerso circa ottanta ettari di vigneto, giungendo fino alla base del rilevato della linea ferroviaria, danneggiando le orditure dei vitigni, ricoprendo di limo i terreni e sconvolgendo l’assetto produttivo della zona.
Dopo il ritiro della piena, l’acqua, ristagnando nei campi per vari giorni, anche a causa delle continue piogge, ha determinato una sorta di esteso acquitrino che ha intaccato profondamente alle radici le piante.
Gli effetti distruttivi del fenomeno alluvionale hanno toccato, inoltre, le sponde fluviali e la fascia ripariale. Qui la forza della corrente ha spezzato le connessioni metalliche delle gabbionate, poste a protezione delle scarpate sub-verticali ed a rafforzamento della capacità di tenuta delle arginature naturali, trascinando via intere sequenze di gabbioni ed erodendo profondamente due anse.
L’erosione ha, poi, eliminato alcuni popolamenti spontanei di vegetazione igrofila che costeggiavano l’alveo, indebolendo ulteriormente le difese spondali.
Le conseguenze dell’esondazione – si legge nella nota del Comune – sono state più gravi di quanto si temesse, perché l’allagamento ha superato i livelli di ben due terrazzamenti alluvionali e le cause di tutto ciò non sono solo da ricercarsi nell’intensificazione delle precipitazioni atmosferiche avvenute in un arco temporale più ristretto, ma anche nelle modificazioni subite, negli ultimi sessanta anni, dall’andamento del corso d’acqua e dal suo profilo di equilibrio.
Dal confronto tra le mappe catastali e le fotografie aeree della metà del Novecento con l’aerofotogrammetria degli anni ottanta e con le immagini satellitari recenti emerge che il fiume ha subito due tipi di modificazioni nel tratto che lambisce il territorio di Guardia Sanframondi. La prima consiste nella formazione di ben tre meandri. La seconda nella forte riduzione della sezione trasversale dell’alveo del fiume che, per ragioni dovute per lo più all’azione antropica, si è ridotto al solo letto di piena ordinaria e in qualche caso al solo canale di scorrimento di magra, con assorbimento della maggior parte delle aree golenali.
Questo secondo processo, favorito dalle basse portate estive del Calore, che a volte va quasi in secca, non è dovuto principalmente all’attività degli agricoltori, i quali tendono, com’è noto, ad estendere le superfici coltivate portandole fino ai bordi della corrente, anche se nel nostro caso i limiti di avanzamento dei vigneti di Guardia sono restati pressappoco quelli del 1942, ma dall’azione congiunta delle modificazioni delle caratteristiche idrologiche, dei prelievi di inerti e dei riporti di terreno proveniente da cantieri edili che vengono deposti a strati e compattati come terrapieni causando dei veri e propri ostacoli allo scorrimento delle acque e deviandone il flusso.
Due di questi accumuli progressivi sono stati realizzati lungo la riva sinistra in tenimento di Vitulano proprio in corrispondenza dei tre sopra indicati meandri, la cui formazione è dovuta essenzialmente a tale pratica prolungatasi negli ultimi tempi. Infatti i pur consistenti trascinamenti di detriti del torrente Acqua Fredda, sulla riva opposta, con la relativa sedimentazione allo sbocco di un cono di deiezione a monte del primo meandro, non giustificherebbe le successive tortuosità del letto e il suo assottigliamento, visto che in origine l’asta fluviale appariva lineare e larga in media duecento metri, a fronte degli attuali scarsi cinquanta metri.
Anche nel caso di un’imponente fase alluvionale (del resto non registrata dalle fonti degli ultimi cinquanta anni) sarebbe difficile ipotizzare, in presenza di ampie piane di laminazione nella zona, un tale trasporto di limo e di pietrisco da impedire il riformarsi del precedente sviluppo del corpo idrico.
Quantificazione dei danni e proposta di risistemazione
Va, innanzitutto, premesso che le acque del Calore hanno invaso i terreni irrompendo inizialmente in due punti particolarmente vulnerabili, vale a dire poco prima della foce del torrente innanzi richiamato, all’altezza del primo meandro, e in corrispondenza del terzo meandro, dove il terrapieno del versante vitulanese si prolunga come una lingua in direzione del territorio comunale limitrofo deviando la corrente.
Nel tratto in cui si trovano i due punti di avvio dell’esondazione la restrizione dell’alveo appare più marcata e contribuisce all’accelerazione del flusso. Il dilagare delle acque è stato preceduto dall’asportazione delle arginature costituite principalmente da gabbionate e dall’erosione profonda delle scarpate che ha prodotto una penetrazione ulteriore dell’arco del meandro nella piana alluvionale e la formazione di una doppia appendice nell’ansa.
I danni, come si è innanzi accennato si possono sintetizzare nel modo che segue:
- distruzione di circa 200 metri di gabbionata a tre strati;
- erosione di circa 300 mq. di terreno coperto da vegetazione igrofila (pioppi, salici e bassa vegetazione);
- danneggiamento di vitigni alla radice per un’estensione di circa venti ettari;
- allagamento con deposito di un consistente strato di limo e di materiali di varia natura di un’area coltivata a vigneto a filari di circa ottanta ettari;
- alterazione della foce del torrente Acqua Fredda con effetti di deformazione dell’alveo e delle scarpate di ripa.
Il fenomeno distruttivo, date le condizioni di squilibrio del profilo del Calore, sopra delineate, potrebbe nuovamente ripetersi con conseguenze ancora più gravi, qualora non si intervenisse con provvedimenti idonei e in grado di contenere il processo di accentuazione della conformazione a meandri del fiume.
E’ necessario, pertanto, non solo impedire ulteriori espansioni dei terrapieni, sul versante del Comune di Vitulano, ma anche rimuovere le ultime e ancora non consolidate propaggini di tali accumuli di terreno, riportando il corso fluviale ad una linearità di sviluppo il più possibile vicina a quella rilevata negli anni quaranta, compatibilmente con gli assestamenti di ordine più generale subiti dal Calore.
Le opere da farsi dovrebbero essere le seguenti:
- rimodellamento degli argini della riva destra (Comune di Guardia) con riempimento delle parti erose, riduzione della profondità del meandro, mediante ampliamento della curvatura in relazione all’adeguamento del profilo del fiume, e ricostruzione delle gabbionate asportate dal fiume, costo dell’intervento € 170.000,00;
- rimodellamento della riva sinistra del Calore (Comune di Vitulano) mediante taglio e rimozione dei cumuli di terreno abusivamente depositati, nonché delle parti più prominenti dei terrapieni, in modo da favorire il deflusso delle acque ed evitare l’accentuazione dei meandri, costo dell’intervento € 240.000,00;
- ricostruzione della foce e delle scarpate di ripa in stretta connessione del torrente Acqua Fredda, per evitare danni indiretti ai terreni contermini € 120.000,00;
- rimozione degli strati di limo e dei materiali depositati dal Calore sui terreni coltivati a vigneto e realizzazione di piccoli canali drenanti per il risanamento dell’area costo dell’intervento € 980.000,00;
- reimpianto dei vitigni danneggiati alla radice € 470.000,00;
- ripopolamento delle fasce riparali danneggiate con essenze igrofile autoctone, costo dell’intervento € 170.000,00.
Il costo complessivo dei lavori proposti è valutato in via preliminare in € 2.150.000,00 oltre IVA (20%) e spese generali per un totale complessivo di € 3.150.000,00
Oltre a questo insieme di danni vanno ricordati anche quelli determinatisi a monte a causa dei fenomeni di scorrimento superficiale delle acque meteoriche. In particolare si è verificato un pericoloso danneggiamento dei muri di contenimento dei terreni che confinano col campo di calcio. Tali strutture in calcestruzzo, che delimitano la superficie dove si svolgono le attività sportive, appaiono in vari punti a rischio di ribaltamento e pongono in pericolo l’incolumità degli atleti. Per rimediare allo stato di dissesto è necessario effettuare la sostituzione dei muri a gravità, alti fino a cinque metri, con muri in c.a. appositamente modellati, oltre ad opere complementari per un costo complessivo di 300.000,00 € (trecentomila)’.

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