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Mezzogiorno-agricoltura, il convegno all’Università del Sannio

Scritto da il 31 marzo 2010 alle 21:01 e archiviato sotto la voce Scuola. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

L’8 e il 9 aprile si terrà, presso l’Aula Ciardiello della Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università degli Studi del Sannio, Il convegno di studi “ MEZZOGIORNO-AGRICOLTURA, Processi storici e prospettive di sviluppo nello spazio euro mediterraneo”.
L’evento è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa. Sono intervenuti: Filippo Bencardino, rettore dell’Università Degli Studi del Sannio; Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento di Analisi Dei Sistemi Economici e Sociali; Ennio De Simone, docente di Storia Economica alla Facoltà di Scienze Economiche Aziendale; Vittoria Ferrandino, docente di Storia Economica della Facoltà di Scienze Economiche Aziendale.
Il Convegno, evidenziando il carattere multidimensionale dell’agricoltura nel Mezzogiorno e la sua centralità nell’equilibrio delle società e delle economie dell’Europa e del Bacino Mediterraneo, approfondisce i processi storici, fondamentali per comprendere la complessa realtà delle varie situazioni regionali, e le prospettive di sviluppo del binomio Mezzogiorno-Agricoltura in un’ottica “privilegiata”, quale quella caratterizzata dalle politiche di cooperazione per la costruzione dello spazio euromediterraneo.
I lavori si articoleranno in due sessioni e si concluderanno con una tavola rotonda. Una prima sessione di macroeconomica dal titolo: Il Rilancio del Processo di Barcellona: “Unione per il Mediterraneo”. Economie e Società a Confronto; una seconda sessione di approfondimenti regionali: “La Liberalizzazione dei Mercati e l’Agroalimentare delle Regioni del Mezzogiorno: Processi Storici e Prospettive di Sviluppo”. Infine, la tavola rotonda sviluppa un confronto/dibattito su L’Agroalimentare del Mezzogiorno nello Spazio Euromediterraneo: una Nuova Frontiera di Sfide e di Opportunità, con gli interventi di: Nunzia De Girolamo, Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Paolo Russo, Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Gennarino Masiello, vice presidente nazionale Coldiretti; Paolo Surace, coordinatore Comitato scientifico Confederazione Italiana Agricoltori; Giandomenico Consalvo, componente Giunta Confagricoltura nazionale; Michele Capasso, presidente Fondazione Mediterraneo e membro del Consiglio dell’Unione per il Mediterraneo; Giovanni Pittella, vice presidente del Parlamento Europeo; Filippo Bencardino, rettore dell’ Università degli Studi del Sannio; Giuseppe Di Taranto, ordinario di storia dell’impresa e dell’organizzazione aziendale della LUISS “Guido Carli”.
Il processo euromediterraneo si pone come sfida strategica di questo inizio anno che chiude il primo decennio del XXI secolo, ridefinendo gli assetti geopolitici e i rapporti commerciali, all’interno di una realtà complessa e plurale tanto sul piano storico-politico (questione israelo-palestinese e araba) che economico-sociale.
La fine del bipolarismo e il nuovo ordine internazionale, da un lato, l’intento dell’Ue di sviluppare una politica estera oltre i confini, allargando il suo spazio economico e commerciale, dall’altro, pongono, all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, il Bacino Mediterraneo in una felice congiuntura e al centro di un nuovo progetto che si presenta come una scommessa sul futuro: “l’EuroMediterraneo”.
Il processo di costruzione del Partenariato euromediterraneo (PEM), avviato nel 1995 con la Conferenza di Barcellona, che apre una nuova fase nelle relazioni tra Europa e paesi dell’Est e del Sud del Mediterraneo, può essere articolato in due fasi: una prima che va, appunto, dal 1995 al 2006, ovvero dalla Dichiarazione di Barcellona alla ratifica dell’ultimo dei sette Accordi euromediterranei (tra Ue e Libano) in seguito al quale il processo subisce un brusco rallentamento per l’esplodere delle questioni religiose e politiche (israelo-palestinese e araba) interne ai paesi partner del Mediterraneo; una seconda, dal 2008 ad oggi, che rilancia il “Processo di Barcellona”, rinnovando la sfida come “Unione per il Mediterraneo” (Summit di Parigi, 2008) e allargando il Partenariato a tutti i 27 Stati Membri dell’Ue e ai 16 paesi partner del Sud e dell’Est del Mediterraneo.
È da qui, dunque, che riparte il progetto “EuroMed” (come partenariato politico: sviluppo di una zona di pace e stabilità; partenariato economico: attuazione di un’area di libero scambio entro il 2010; partenariato socioculturale: rafforzamento delle relazioni umane e sociali), che prevede la graduale costruzione di uno spazio integrato tra le due sponde del Mediterraneo.
Priorità per il 2010 sarà, dunque, il completamento della Free Trade Area (FTA) preparato, nel dicembre 2009, dalla 8° Conferenza ministeriale euromediterranea di Bruxelles, in cui sono stati ratificati nuovi Accordi per facilitare la creazione di nuove reti Nord–Sud (in cui si prevede di completare la liberalizzazione dei prodotti agroalimentari con i partner del Mediterraneo) e Sud-Sud (per il completamento/rafforzamento dell’integrazione economica) e la definizione di una Roadmap euromediterranea per il dopo 2010.
In questo ambito, il Convegno, evidenziando il carattere multidimensionale dell’agricoltura nel Mezzogiorno e la sua centralità nell’equilibrio delle società e delle economie dell’Europa e del Bacino Mediterraneo, approfondisce i processi storici, fondamentali per comprendere la complessa realtà delle varie situazioni regionali, e le prospettive di sviluppo del binomio Mezzogiorno-Agricoltura in un’ottica “privilegiata”, quale quella caratterizzata dalle politiche di cooperazione per la costruzione dello spazio euromediterraneo.
In termini previsionali, nel 2020, il “modello agricolo europeo” dovrebbe essere esteso a modello agricolo euromediterraneo, fattore di coesione interterritoriale e intraterritoriale, orientato ad una sostenibilità reale e a creare una solidarietà di fatto, tale da rendere il PEM «un edificio geopolitico inedito e necessario sulla scena internazionale» (Ciheam, 2008).
Nel tentativo di rilanciare il dibattito scientifico a livello nazionale, questo appuntamento di studio intende sviluppare una riflessione sulle possibili strategie di riposizionamento del Mezzogiorno d’Italia in uno scenario inedito che apre a nuove opportunità ma anche a possibili minacce.
Finalità ultima del Convegno è, perciò, quella di avviare la costruzione di una “visione comune” del Mezzogiorno rispetto a questa nuova problematica, come base per la realizzazione di un network interdisciplinare, tra Università e tra Istituzioni, da allargare ai paesi partner euromediterranei. In un tempo in cui si parla di uno “Spazio europeo della ricerca” (Dichiarazione finale del Cairo, 2007) e il Mediterraneo si va organizzando nella messa in rete delle sue competenze scientifiche, si impone la necessità, anche per il Mezzogiorno, di dar vita ad uno spazio comune di ricerca sui grandi temi (agronomici, alimentari, ambientali, commerciali) che l’apertura del mercato euromediterraneo nel 2010 porta all’attenzione degli studiosi e dei decision maker, anche nel tentativo di fornire indicazioni di policy per contrastare eventuali effetti indesiderati della Free Trade Area.

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