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Morti in rogo casa a Cusano Mutri, carabinieri interrogano superstite

Scritto da il 22 dicembre 2010 alle 17:52 e archiviato sotto la voce Attualità, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Rocco Tammaro, il cinquantanovenne sopravvissuto insieme al papa’ Simone di 85 anni, al rogo del suo casolare nella notte tra sabato e domenica scorsa a Cusano Mutri (in provincia di Benevento), in cui sono morti la moglie e i suoi quattro figli, e’ stato ascoltato dai carabinieri, come disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Benevento, Giovanni Tartaglia Polcini, che coordina le indagini. Rocco, che dimora ora presso la casa della sorella Maria Cristina, ha ripercorso, con tanta commozione e qualche ‘non ricordo’, quei momenti tremendi della notte tra sabato e domenica in cui ha perso l’intera famiglia. ”Io e mia moglie – racconta Rocco – sabato sera siamo andati a dormire intorno alle ore 21, insieme ai gemellini, Antonio e Carlo. Giovanni, il mio secondogenito, e’ andato nella sua cameretta a vedere la televisione. Simone, il primogenito, era invece uscito in paese”. ”Stavo dormendo – continua nel suo racconto Rocco – quando ho sentito la voce di Simone, che non ho visto fisicamente, che urlava che la casa stava bruciando. Sono balzato dal letto insieme a mia moglie alla quale ho detto di prendere i bambini e di tenersi vicino alla finestra in quanto le stanze erano invase da fumo e fiamme (tutte le camere da letto del casolare erano al primo piano, mentre a piano terra c’era la cucina, ndr). Ho visto le scale invase dalle fiamme, le ho attraversate, alla ricerca di qualcosa per domarle e di un attrezzo utile a rompere l’inferriata. Mentre il casolare bruciava ho preso un’ ascia-martello per sfondare, salendo su una tettoia, la grata di ferro della finestra della camera da letto che mi separava da mia moglie e dai bambini. C’era tantissimo fumo poi ho sentito l’esplosione della bombola di gas e sono svenuto. Ricordo solo di essermi ripreso per qualche attimo tra le braccia di mia sorella Maria Cristina per poi riperdere i sensi e risvegliarmi in ospedale a Benevento”. Termina cosi’ la deposizione di Rocco il quale ha tenuto a precisare ai militari che a salvare il padre ottantacinquenne e’ stato il cognato, Nicola Tammaro, marito della sorella Maria Cristina Tammaro, con l’aiuto dei vicini.

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