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Benevento Calcio, Vigorito: “Io resto e sogno la B”

Scritto da il 22 aprile 2025 alle 20:27 e archiviato sotto la voce Calcio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Inedita conferenza stampa del presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito, che nel pomeriggio ha voluto fare chiarezza sull’attuale momento del Benevento e rispondere alle domande dei tifosi. Il massimo dirigente ha parlato a 360 gradi, rispondendo anche alle domande dei giornalisti.

Queste le sue parole.
“Chi non vive la città ha una visione parziale di quello che accade.
Perché non ci sono beneventani nel Benevento Calcio? Magari non ci sono molti atleti, ma ce ne sono 59 che ci lavorano. Diamo lavoro a tanti beneventani.”

“Non stiamo attraversando un buon momento. C’è amarezza e una profonda analisi con il direttore sportivo per capirne i motivi. Se non abbiamo svoltato è perché non li abbiamo ancora capiti. Spero avvenga presto per non fare un brutto playoff. Ricordo però che non siamo all’ultimo posto e che comunque abbiamo raggiunto gli spareggi.”

“Fare discorsi e previsioni sul calcio è difficile. Cerco invece di prendermi degli impegni. Dopo Cerignola qualcuno ha pensato che avessimo aiutato l’Avellino a salire in B ma non è così. Ho un impegno col Benevento Calcio e come sapete sono legato per altri motivi a quella città, ma non ha niente a che vedere con il calcio. Qualcuno addirittura mi ha rinfacciato di aver sponsorizzato la squadra di basket di Avellino. Ma finanzio anche il rugby di Benevento. Al basket ho dato 30mila euro ma non li ho certamente tolti al Benevento per il quale ho speso circa 60 milioni di euro: con i 30 mila ci pago i magazzinieri.”

“Problemi di spogliatoio? La gestione di una squadra di calcio la faccio nel mio tempo libero, sottraendolo ad altro. Ma non posso accettare che qualcuno mi dica che non gli dedico abbastanza tempo. Ho rinunciato a un buon posto di lavoro per seguire i miei sogni. E grazie ai sogni sono andato in tutto il mondo. Le cose le faccio per passione. La passione non è razionalità, va oltre e talvolta può creare dei vuoti. Non snobbo il Benevento Calcio, ma ne ho rispetto: ascolto gli altri. Le mie aziende sono fatte da persone pagate per darmi soluzioni e se non mi piacciono dò il mio contributo.
Chi sta fuori non coosce la verità. La conosce solo chi fa questo mestiere.”

“Vi ricordo che siamo partiti con un gruppo di giovani e abbiamo detto che avremmo fatto di tutto per migliorare la posizione dell’anno scorso. Abbiamo anche detto che avremmo ridimensionato e che avremmo puntato sui giovani del vivaio. Non abbiamo cambiato idea. Con i giovani abbiamo fatto un errore. Pensavo che avessero avuto difficoltà inizialmente, invece non è capitato. Siamo arrivati col miglior attacco e la miglior difesa a metà campionato. Pensavo che i ragazzi fossero maturati prima. Forse ho sbagliato a non prendere qualche calciatore, ma c’è stata un’analisi con tutti gli addetti ai lavori. Ho uno scouting di 7 persone, compresi gli osservatori che girano tutti i campi. Loro mi hanno detto che in giro non c’era di meglio. Poi qualche partita non è andata bene. Avevo mandato una mia persona a Milano per prendere qualche calciatore. Cercavamo un centrale difensivo. Per un difensore di 60 mila euro (valutazione su transfermarkt) mi hanno chiesto 2 milioni. Ne abbiamo cercati altri. Per uno ne ho offerti 1 milione e mezzo ma non me lo hanno voluto dare. E a quel punto qualcuno mi ha detto che stavamo bene così. Una scelta che poi si è rivelata sbagliata. E’ questa la verità. Ma anche se fosse andata diversamente non avremmo avuto la certezza di vincere il campionato. Non abbiamo deciso di non spendere soldi perché lo abbiamo fatto sempre.”

“Pazienza? Non è che aveva le stigmate del traditore perché aveva allenato l’Avellino. Lo avevo osservato e volevo prenderlo già l’anno scorso. A volte si indovina a volte no. Auteri è stato licenziato per le stesse ragioni per cui è stato mandato via Pazienza: 4 punti in 5 gare. L’ho richiamato perché questa squadra è stata costruita per lui e non credo ci fossero altri che potevano mandarla avanti. Ma non è certamente per amicizia. Perché sono lavoratori che pago. Comunque nonostante tutto i ragazzi si sono valorizzati. Oggi la legge dice che a 18 anni devi metterli sotto contratto altrimenti li perdi. E se li abbiamo contrattualizzati è perché erano di valore.”

“La logica di disfattismo dovremmo metterla da parte e pensare a fare i playoff, che non sono una gita. Quello che mi dispiace e mi offende è che qualcuno crede che si facciano le cose senza pensare, con superficialità. Non abbiamo dormito in tutti questi anni, abbiamo sognato e qualcosa l’abbiamo pure realizzata.
Noi quando eravamo in B, abbiamo fatto una semifinale col Pisa per andare in A e poi al secondo anno siamo retrocessi in C. Vi ricordo che qualcuno è andato via perché aveva pressioni.
Siamo ripartiti dalla terza serie e siamo arrivati in semifinale playoff. Ma non potevo immaginare che Pinato e Talia si facessero espellere.”

“Vi ricordo che al primo anno di A abbiamo fatto meno di 5 mila abbonamenti. Nell’altra esperienza poi c’è stato il Covid.”

“Qualcuno vuole che io vada via, ma io non me ne vado. Non tradisco. Non penso di andare in altre squadre, offenderei la gente che ci segue. Non offendo certamente le persone, al massimo deciso di non averci a che fare. Rilancio. Resto e spero che i playoff possano andare bene. L’uomo cresce dai fallimenti.”

“Nunziante è lo stesso portiere che è stato osannato sotto la curva. E Perlingieri è quello che chiamate Super Mario. Nunziante lo volevano Monza e Roma a gennaio e non l’ho voluto cedere.
Da quando sto qui abbiamo preso 220 calciatori. Ora mi è venuta voglia di crescerli.
Il mio silenzio in questi mesi è stato un momento di riflessione.”

“Il bilancio della stagione al 31 dicembre era estremamente positivo. Ora è molto negativo per come è andata. Occorre trovare una via di mezzo. Dobbiamo fare una valutazione su chi sia cresciuto e chi no. Ci sono calciatori su cui possiamo contare tra esperti e giovani. Ci sarà uno zoccolo duro da cui ripartire. Alcuni dei ragazzi sono molto interessanti e attaccati ai colori giallorossi, altri dovranno crescere altrove. Poi ci sono calciatori a fine contratto su cui stiamo valutando se rinnovare oppure no.

“Dal prossimo anno ci sarà il salary cup e chi va oltre prende sanzioni e penalizzazioni. Questa riforma è stata voluta dalle piccole realtà per evitare alle grandi di fare il calciomercato che vogliono.”

“Il vivaio mi costa 2 milioni l’anno e a 16 anni bisogna fargli il contratto altrimenti vanno via. Nel nostro vivaio c’è un calciatore molto bravo che ha deciso di non rimanere nonostante volessi fargli un buon contratto. Perché? Perché è stato attenzionato da un grande club.
La politica che perseguirò è rinforzare il settore giovanile e portarli in prima squadra. Con le riforme che sono state fatte un calciatore ti costa già da ragazzo e senza garanzia né che resti né che arrivi in prima squadra. A volte sono una scommessa. Purtroppo, questo è un mondo molto confuso e sono costretto ad affidarmi alla sapienza di altri. Talvolta capita di perdere anche un buon calciatore, ma certamente prendo meno bidoni.”

“Mi spiace a volte sentire certe offese alla mia persona. Accetto le critiche e odio le menzogne, gli insulti, le falsità. Mi spiace vedere il pubblico scontento perché lo vorrei vedere felice. A volte vorrei che fischiassero al termine della gara, non per tutta la partita.
Non pensate poi che facciamo la squadra della Primavera. Ho dei tecnici che mi dicono che quei calciatori sono bravi per giocare in prima squadra. E poi lo spogliatoio è coeso e pulito. Ho fatto le mie verifiche.”

“Auteri l’ho sentito anche quando è stato esonerato. E’ stato doloroso farlo. Il tecnico sta facendo un buon lavoro, valuteremo a fine stagione. E’ un tecnico molto ricercato e potrebbe anche andarsene. Sono stato fortunato perché quando l’ho preso era in un momento di pausa.”

“Salire di categoria è normale. Non è normale arrivare in A e fare meno di 5000 abbonati. Così come è stato strano che nonostante la retrocessione ci hanno applaudito.”

“Vi leggo una frase: ‘Il segreto della trasformazione non sta nel combattere il vecchio ma nel profondere le energie per costruire il nuovo.’ Ed è quello che stiamo facendo.”

“Se servono figure che conoscono la beneventanità in squadra? Non credo sia quello che serve, dovrebbe essere sufficiente la professionalità. Una società di calcio con 88 dipendenti più lo staff tecnico e medico è una follia.
Gori? E’ un ottimo professionista. Ma voleva prendersi un anno sabbatico e siamo stati costretti a rimpiazzarlo. A Ghigo ho dato anche le chiavi della società in passato. E se ricordate da Benevento partì anche una lettera anonima per farlo allontanare. Adesso ne servirebbero dieci. Però se uno decide di andar via non puoi fare molto. Noi la porta la teniamo aperta, ma per uscire.
L’attuale tecnico del Latina, Bruno, ha vinto entrambe le partite da subentrato. Come calciatore si è sempre proposto ma non abbiamo trovato l’accordo economico. Avrei sperato che anche con Pazienza si potessero vincere le partite. “

“Abbiamo fatto una campagna abbonamenti agevole, siamo andati in giro per la città, aperto ai tifosi l’allenamento per venire incontro a tutti. La protesta è solo di una minima parte della tifoseria, tra l’altro anche fischiata dall’altra. Sono qui a spiegare molto sinceramente quello che è accaduto, a snocciolare numeri e a dirvi quello che ho fatto. Posso farmi da parte se c’è un’offerta seria. Occupate lo stadio se non mi volete. Se c’è qualcuno che pensiate possa fare meglio di me sono pronto a dare le chiavi della società. Ma non voglio ripetere l’esperienza di qualche anno fa. Per mantenere il Benevento ci vuole un milione e mezzo al mese. Lo do gratis a chi dà le giuste garanzie.
Con i tifosi non posso parlare perché c’è una legge che lo vieta. Ci invitano tutti. E invitiamo tutti. Purtroppo, quello che dobbiamo fare è vincere qualche partita, ma questo io non posso farlo perché non posso scendere in campo.
Insieme si deve stare soprattutto quando uno cade e l’altro deve aiutarlo a rialzarsi.
I calciatori fanno una vita regolare. Noi facciamo i controlli a sorpresa e non è mai capitato di beccarli oltre l’orario consentito. C’è bisogno solo di vincere le partite. Dobbiamo sperare che si riaccenda la scintilla in quelli che abbiamo.”

“Questa stagione è costata fin qui 12 milioni di euro. E pensate che non voglia andare in serie B?!
Cosa ho sbagliato negli ultimi 4 anni? Brucerei i due anni di B con la retrocessione perché ho delegato molto per impegni lavorativi personali. Della C non mi rimprovero nulla se non il dover restare a casa quando avevo la febbre. Dalla C me ne voglio andare: la città e la società meritano quantomeno la B. Ma dobbiamo andarci in maniera oculata e attenta. Siamo in C, ma siamo una società di A. Oggi posso solo dirvi che lotterò per andare in serie B.
Non posso mangiare più il panino né i peperoni imbottiti perché sono a dieta. Ma sono rimasto lo stesso. Di questi 20 anni farei quasi tutto. La mia è stata una vita meravigliosa, compreso i 20 anni di Benevento.”

“La riforma della C non riesce a farla neppure il presidente di Lega. Dovremmo solo ricordarci che le categorie esistono per meriti sportivi e non dal blasone. Bisogna solo ripartire meglio i proventi e fare regole che garantiscono equità.
Per me il calcio è di tutti. E anche per questo giriamo per la provincia per far capire che è anche loro.
Noi abbiamo fatto la storia perché abbiamo curato molti aspetti. Ma a volte non basta.”

“Le offese personali quando toccano altre sfere ( i propri defunti) squalificano una città.”

“A chi pensa che io stia portando il carro funebre del Benevento, dico che si sta sbagliando perché non lo seppellirò. Sono convinto che dobbiamo stare insieme. Ricordatevi che ero quello in mezzo a voi a mangiare panini e anche a prendermi gli insulti. Fate in modo che chi non ci vede, noi non lo sentiamo. Voi dovete applaudire il Benevento non i calciatori. E ricordatevi che sono dei ragazzi e non dei criminali. La speranza che ho è che insieme possiamo tornare in Paradiso.”

“L’inchiesta della procura sulle scommesse mi ha disturbato al punto di aver pensato di andarmene dal calcio. Ma non sono un vigliacco e la città non lo merita. Pago per delle disattenzioni che non ripeterò in futuro. Purtroppo è stato un mio errore.”

“Non credo di candidarmi al consiglio di Lega Pro. Ci sono una serie di interessi così diversi che occorrerebbe tempo per stare dietro a tutto e preferisco stare dietro al Benevento.”

“Ritornando alla squadra, non so davvero dirvi cosa ci sta accadendo. Ho speranza ancora di andarmene da questa categoria. I playoff come sono fatti ora non hanno molto senso. Ridurrei le squadre. Ma è una riforma complicata perché ci sono gli introiti televisivi e gli sponsor di mezzo.
Le due esclusioni di Turris e Taranto ci hanno penalizzati, potevamo essere terzi.

Di Edoardo Porcaro

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