Dalle lacrime amare a quelle di gioia.
Ad assistere alla partita in tribuna c’era anche l’avvocato Oreste Vigorito. Voluto qui dalla gente per assistere ad un sogno che lui, insieme alla sua famiglia, ha contribuito a costruire.
“Non avevo mai dubitato di Auteri, che non fosse di valore assoluto. Non conoscemo l’uomo. Oggi se dovessi dare un voto gli abbasserei quello da tecnico ma glielo alzerei da uomo a 10. Perché lui è stato il timone di questa nave. Senza non saremo andati da nessuna parte. I ragazzi avevano un cuore lacerato, lui è stato capace di ricucire questi cuori.
Stamattina ho ricevuto la chiamata di una persona molto influente nell’ambito calcistico. Mi ha detto che era orgoglioso che stavamo andando in B perché icona pulita del calcio. Io ho sempre pensato che questa squadra fosse da A. Oggi siamo più vicini. Noi abbiamo vinto sul campo, senza accordi. Siamo sicuri che l’abbiamo vinto. Devono solo portarci in dietro. Ma i complimenti arrivano dall’alto, è in queste persone c’è la consapevolezza che questa squadra è forte.
Ripartiamo da tre.
Domani è il compleanno di mio fratello. Sembrava che ci guardasse e festeggiasse con noi. La famiglia Vigorito ha voluto trasferire la sua mentalità al calcio.
Stare lontano da una squadra ti insegna di più di quando ci sei vicino. Noi abbiamo dati un modello. Ho capito che si può essere proprietario della società ma non della squadra che appartiene alla città.
10 mesi lontani mi hanno fatto capire tanto. Ragazzi che volevano riscattarsi e un mister che ha sempre detto che sarebbe arrivato in B. A volte stare lontano serve a crescere. E questa squadra senza di me è cresciuta di più di quanto ci fossi io.
Auteri con questi ragazzi ha fatto la storia. Non è la stessa cosa che altrove. Per me vale più che 10 campionati all’altro.
Il presidente Pallotta ha avuto il coraggio di salire su questa nave. E’ giusto dare merito a chi è stato qui tutti i giorni. Questa impostazione ha fatto bene a tutti quelli che amano il Benevento”.

di Edoardo Porcaro