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direttore Antonio De Cristofaro

Sant’Agata, soppressione reparti ospedale: interviene il Valentino.

Scritto da il 20 maggio 2016 alle 16:45 e archiviato sotto la voce Sociale, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

“E’ inammissibile che per portare avanti il Piano di Rientro del disavanzo del SSR si possa, ancora una volta, penalizzare il “P.O. S.Alfonso de’ Liguori” di Sant’Agata de’Goti e, quindi, una popolazione, quella sannita, poco numerosa, si, ma che vive un territorio molto ampio e difficile che, proprio per questo, andrebbe aiutato a restare in vita, a non spopolarsi, come sta accadendo anche a causa dei continui tagli dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri.
Il commissario straordinario della ASL, dott. Franklin Picker, ben conosce le criticità e le potenzialità del “S.Alfonso de’ Liguori” e, a quanto mi è dato sapere, sta (rectius: stava) lavorando per farne un presidio territoriale d’eccellenza.
Poi, tra capo e collo, sono piovuti due decreti del Commissario ad Acta Polimene, il n. 30 del 28 aprile ed il n. 33 del 17 maggio di quest’anno, che ne hanno fortissimamente ridimensionato sia lo stato attuale che le potenzialità di sviluppo, già programmate dalla regione Campania con la L.R. 6/2016 che prevede di farne un “Polo Oncologico Pluri-Territoriale”.
La cosa che sconvolge, però, è il nuovo assetto che si intende dare al “S.Alfonso” che – una per tutte – mentre dovrebbe continuare a fare interventi chirurgici, si vede provato dei servizi di Cardiologia; ma quale chirurgo e quale anestesista sottoporrebbe ad intervento un paziente senza aver ricevuto il preventivo “lasciapassare” di un cardiologo. Siamo all’assurdo. Così la chirurgia non potrà fare interventi e … sarà eliminata a sua volta.
Allora è necessario aprire un tavolo di discussione con i competenti organismi regionali e statali per verificare la coerenza delle disposizioni che sono contenute nei decreti Polimene nn.ri 30 e 33/2016 e quanto quelle che riguardano il Sannio possono incidere sul recupero di un debito sulla cui formazione – come è noto a tutti – il Sannio ha inciso ben poco.
E’ evidente quindi che l’unico ospedale dell’ASL Benevento vada salvaguardato e potenziato nelle sue funzioni così come prevedeva il Piano Ospedaliero vigente e che oggi, inconcepibilmente, è stravolto.
Come sempre, da anni, siamo impegnati a difendere questa struttura con misura, con responsabilità ma senza tentennamenti di sorta perché il S.Alfonso può e deve costituire un punto nevralgico della sanità campana e sannita.
In quest’ottica il nostro impegno deve continuare, e continuerà, con sempre maggiore forza per evitare che questo provvedimento, figlio di logiche ragionieristiche non condivisibili perché non improntate a criteri di mediazione territoriale e di responsabilità del debito, comprometta gli sforzi fatti finora sia dall’ASL Benevento che dalla struttura ospedaliera stessa.
E’ per questi motivi che è necessario un riesame complessivo della questione, un riesame che noi chiederemo con forza affinché, come detto, si costituisca un tavolo tecnico/istituzionale che veda impegnati i vertici della ASL, quelli della Regione Campania, il Commissario Ad Acta e gli Organismi del Ministero della Salute preposti alle materie “Piani di Rientro” e Programmazione Sanitaria”.
Noi per quanto di nostra competenza ci saremo e faremo la nostra parte, fino in fondo”.

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