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Guardia, questione immigrati: il Sindaco scrive al Prefetto

Posted By redazione On 8 agosto 2016 @ 19:48 In Territorio | No Comments

Il Sindaco del Comune di Guardia Sanframondi ha trasmesso al Prefetto di Benevento un documento relativo alla questione immigrati, adottato all’unanimità dalle forze politiche presenti in Consiglio Comunale.

Nella nota inviata al Prefetto il Sindaco chiede di voler soprassedere dall’invio non concordato di eventuali esuli e un incontro per poter definire praticamente le modalità indicate nel documento inviato.

Di seguito il testo integrale del documento:

Nel dibattito italiano sui temi legati all’immigrazione, il fenomeno degli sbarchi è sicuramente uno dei più dibattuti dall’opinione pubblica e dai media. Nel corso del 2015 e di quest’anno, in particolare, l’attenzione si è focalizzata sul tema dei “profughi” con un quesito ricorrente: dove alloggiare i richiedenti asilo, evitando conflitti con la popolazione locale e sprechi di risorse?

 

Questione tutt’altro che semplice, in cui entrano in gioco numerose questioni sociali, culturali ed economiche: ad esempio, le inchieste legate a “mafia capitale” hanno posto l’attenzione sul presunto “business” legato alla gestione dell’accoglienza, suscitando indignazione nell’opinione pubblica.

 

Non a caso sul tema è intervenuto il presidente dell’autorità nazionale anti corruzione Cantone, che in recenti inchieste ha posto l’accento sulle modalità, i bandi e relativi capitolati di appalto per l’attribuzione della gestione alle cooperative dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Il quadro che ne è venuto fuori è quello della corruzione che si annida negli appalti, ove le imprese per  interesse sono costrette ad ammassare tali persone e a ghettizzarle per meglio controllarle.

 

Nell’ultimo anno, il tema dell’accoglienza è entrato, quindi, prepotentemente nell’agenda politica europea, spingendo i governi nazionali e le istituzioni internazionali ad intervenire.

 

Attualmente il sistema di accoglienza italiano per i richiedenti asilo è frammentato e comprende diverse tipologie di strutture. Sono presenti sul territorio nazionale: 13 centri governativi (CPSA – centri di primo soccorso e accoglienza; CARA – centri di accoglienza per richiedenti asilo; CDA – centri di accoglienza a breve termine); la rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e strutture di accoglienza temporanea (Centri di Accoglienza Straordinari – CAS), quest’ultimo riguarda il tipo di accoglienza che la prefettura ha e sta organizzando tra i Comuni della nostra provincia.

 

Dunque, in questo momento di grande incertezza, è ancor più importante approcciare il tema in maniera scientifica e critica, evitando strumentalizzazioni e banalizzazioni.

 

In merito alla notizia diffusasi in paese dell’eventuale arrivo nel Comune di Guardia Sanframondi di extracomunitari di provenienza africana, trattasi di persone con lo status di rifugiati politici, che dovrebbero trovare alloggio presso stabiliprivati, in seguito alla possibile selezione degli stessi da parte delle cooperative che hanno partecipato al bando della Prefettura, per l’accoglienza e l’assistenza degli immigrati in provincia di Benevento, come accaduto a Comuni limitrofi al nostro.

 

Di tale questione, si è sentita coinvolta la popolazione che ha sollecitato il Comune tramite una raccolta firme (ancora in atto) e manifestazioni varie (soprattutto tramite social) a prendere una posizione in merito, al fine di prevenire una serie di problematiche che potrebbero presentarsi con l’arrivo in paese di ben 150 immigrati, questo è il numero di persone di cui si parla, anche se non c’è nulla di confermato.

 

Fermo restando che la problematica ha carattere umano e nazionale, solo a scanso di problemi di ordine pubblico, si chiede di concordare prima con l’Ente Comunale le scelte a farsi alle quali, entro i limiti della legge, abbiamo l’obbligo di opporci a scelte non condivise per non danneggiare in maniera irrimediabile l’economia di questa comunità e per evitare che invece di risolvere un problema se ne creino due.

 

Se gli immigrati hanno diritto all’asilo politico e non sono delinquenti, come ci viene assicurato dal Governo, essi hanno tutto il diritto ad una degna accoglienza come chiunque, secondo i principi della pacifica convivenza e sicurezza sociale.

 

Quindi se la nostra cittadina dovesse accogliere,come in altre realtà,immigrati pari all’1 per cento della sua popolazione, si deve essere pronti con alloggi appropriati , evitando di creare nella cittadina luoghi che non hanno nulla a che fare con l’accoglienza ma che ammassano, ghettizzano e mortificano sicuramente anche costoro che fuggono dalle guerre.

 

La vicenda alla luce di ciò, appare seria, ma se si emargina l’affarismo ed il pressapochismo e si coinvolgono gli amministratori locali si evita lo scempio che si vede notte e giorno in realtà a noi vicine.

 

Questa Commissione Consiliare affronta l’argomento con lo spirito di formulare  proposte e riflessioni, con lo scopo di rispondere uniti ad una problematica che se non affrontata con condivisione può essere causa di seri problemi per la nostra Comunità, la quale non è certo pronta ad affrontare un flusso di immigrati.

 

L’Amministrazione Comunale, va detto, non ha un potere diretto rispetto alla possibilità di decidere dell’arrivo di migranti, profughi, ma nello stesso tempo può farsi portavoce di soluzioni alternative e di avere la possibilità di contenere quanto più possibile il numero dei migranti che potrebbero essere in arrivo, al fine di creare i presupposti per un’accoglienza dignitosa per chi fugge da contesti di guerra e povertà e nello stesso tempo preservare la sicurezza sociale del territorio.

 

La proposta che può nascere da tale dibattito, deve mettere in evidenza non  l’essere contro l’arrivo degli immigrati, ma garantire una distribuzione più equa sul territorio provinciale, tenendo conto dei residenti e cercando di non sovraffollare alcune realtà a discapito delle altre, perché riteniamo indispensabile non andare a sconvolgere il tessuto socio economico di un paese solo, perché dobbiamo dare ospitalità senza mettere in campo quei criteri che oggi, come vediamo dagli scandali mettono in evidenza un sistema e una gestione dell’accoglienza completamente fallimentare.

 

In caso  di necessaria accoglienza si chiede, pertanto, l’applicazione di criteri di proporzionalità in relazione alla popolazione del territorio. Quindi rispetto alla popolazione di Guardia Sanframondi, si deve ragionare per l’accoglienza  in decine di profughi e non centinaia.

 

Si deve, inoltre, chiedere alla Prefettura di coinvolgere i Comuni del beneventano prima dell’invio e durante la gestione dei profughi, per controllare la qualità dell’accoglienza, ostacolando i calcoli di chi può vedere nell’emergenza solo un buon investimento.

 

È necessario riunire tutte le istituzioni della Provincia, le forze dell’ordine, gli operatori sanitari, le associazioni di volontariato locale e insieme individuare i soggetti più idonei a gestire tali flussi. Chi viene da fuori a gestire sul nostro territorio non è in grado di attivare quelle reti sociali fondamentali per una integrazione reale, ma forse non è nemmeno un loro obiettivo.

 

Oggi i flussi sono aumentati, e comprendiamo le oggettive difficoltà a smistare gli arrivi e gestire i presenti, ma il rapporto diretto coi privati bypassando il confronto con le esigenze generali della Comunità rischia di rendere instabile un modello di accoglienza che punti ad una sana integrazione dei rifugiati. E se in un Comune, che già rispetta la quota stabilita, il privato è più intraprendente – magari perché c’è più patrimonio invenduto – si arriva ad ospitare anche tre o quattro volte i migranti che sono in un comune limitrofo delle stesse proporzioni, creando squilibri che poi rischiano di avere risvolti sociali, perché queste persone comunque desiderano rimanere qui e bisogna pensare a renderle autonome per uscire dai percorsi d’accoglienza.

 

Si deve, pertanto, puntare ad un modello  dell’accoglienza diffusa in piccoli nuclei abitativi non concentrati in uniche aree del paese per facilitare la gestione ed il controllo di tali flussi, sulla scorta di quanto già accade in regioni virtuose in tale ambito, come Toscana e Liguria.

 

L’ospitalità dev’essere un dovere per tutti gli Enti Locali a patto che ci sia il dialogo fra i soggetti istituzionali coinvolti e che nessun Comune si sottragga alle proprie responsabilità: per questo si dovrà stabilire un incontro  con la Prefettura insieme a tutti i Comuni dell’area al fine di stabilire le modalità con cui i gestori dei CAS rendano conto del loro operato all’Amministrazione, alle forze sociali e quindi alla cittadinanza.

 

Tale documento che è una  proposta condivisa di tutta la Commissione Consiliare di Guardia Sanframondi sulla questione, non può non tenere conto della storia di Guardia Sanframondi, una storia fatta di accoglienza ed integrazione genuina,dove il forestiero si è sentito a casa propria, presupposto per una sana e pacifica convivenza sociale.

 

In conclusione, tale documento tenendo conto del dettato della Carta dei diritti dell’uomo e del cittadino; del disposto degli articoli 2, 3 e 10 della Costituzione Italiana; di quanto previsto in merito dallo Statuto comunale; dell’assetto normativo che ad oggi disciplina la materia della immigrazione e del riconoscimento dello status di rifugiato e del diritto d’asilo; si può riassumere nelle seguenti proposte che saranno trasmesse al Presidente del Consiglio Comunale, al fine di discutere dell’argomento nella Sede Consiliare, ed al Sindaco affinchè le faccia pervenire all’Ufficio Territoriale del Governo di Benevento:

1)      Il Comune di Guardia Sanframondi si oppone ad accogliere sul proprio territorio centinaia di immigrati, secondo una logica di ghettizzazione, il cui scopo non è dettato da una sana accoglienza;

2)      Il Comune di Guardia Sanframondi è pronto a fare la sua parte nell’accogliere,come altre realtà, immigrati pari all’1 per cento della sua popolazione con alloggi appropriati (applicazione di criteri di proporzionalità in relazione alla popolazione del territorio), evitando di creare strutture abitative che ammassano, ghettizzano e mortificano sicuramente costoro che fuggono dalle guerre.

3)      Puntare ad un modello  di accoglienza diffusa che si basa sulla integrazione in piccoli nuclei abitativi non concentrati in uniche aree del paese, per facilitare la gestione ed il controllo di tali flussie con il coinvolgimento del tessuto sociale locale, sulla scorta di quanto già accade in regioni virtuose in tale ambito, come Toscana e Liguria;

4)      Incrementare la presenza di forze dell’ordine nei paesi ospitanti rifugiati politici per un maggior controllo del territorio;

5)      Intrattenere su tale tematica un dialogo costante tra  tutte le istituzioni della provincia, le forze dell’ordine, gli operatori sanitari, le associazioni di volontariato locale al fine di una gestione ottimale della questione, per una puntuale sorveglianza sanitaria e di mediazione culturale, visto che solo chi conosce il territorio può proporre soluzioni idonee all’accoglienza di tali persone, affinché non vengano a crearsi situazioni di disagio con le comunità locali.


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