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Cani di Quartiere, se gli Enti e le partecipate ne adottassero qualcuno?

Posted By redazione On 30 aprile 2014 @ 12:24 In Ambiente,Attualità | No Comments

 Abolita la ”caccia ai cani” negli Scavi, si opta per la cura dei quattrozampe con l’adozione degli animali come ”cani di quartiere”. E’ la decisione che ha assunto il Commissario prefettizio al Comune, Aldo Aldi, disponendo che i veterinari della Asl provvedano a visitare, sterilizzare e microchippare i cani che vivono nel sito. Una volta accertato che gli animali non siano pericolosi per i turisti e veicoli di malattie, saranno adottati dal comune come “cani di quartiere!”.

Così il lancio Ansa, in riferimento alla notizia della paventata cattura dei randagi di Pompei. ‘E’ quanto scrive in una nota il Presidente Provinciale di Ekoclub International,                                                              Luigi La Monaca.

La notizia, esempio di grande civiltà e rispetto, sia delle leggi vigenti sia degli animali, è accolta con grande soddisfazione dalle Associazioni Ambientaliste e da Ekoclub International. 

Il Commissario Prefettizio, Dott. Aldo Aldi, ha dato un esempio di come ci si deve comportare nei confronti dei poveri animali abbandonati, speriamo che il suo esempio faccia da monito ai tanti sindaci campani che non sanno come risolvere il “problema” dei randagi. Spesso le povere bestie, sono catturate, anche con sistemi pericolosi, e poi mandati in canili che, spesso, sono dei veri e propri lager per i cani. Gli animali sono stipati in gabbie anguste e malnutriti. Dietro a tutto ciò, qualche volta, c’è anche una speculazione economica a danno delle povere bestie che, loro malgrado, diventano motivo di speculazione economica per i gestori dei canili convenzionati, di chi li cattura e per gli stessi Comuni.

La figura del “cane di quartiere” è nata anche a Benevento qualche anno fa, ma fu solo una passerella politica infatti, ai tanti proclami, solo un paio di cani divennero cani di quartiere e, tra l’altro adottati da un animalista. A oggi, Benevento, riesce solo a fare brutte figure, affiggendo o tollerando che l’ingresso alla Villa Comunale sia vietato ai cani, anche accompagnati dal proprietario.

Questo disinteressamento e queste storture amministrative, potrebbero cominciare ad avere un rimedio se, effettivamente, il Comune s’impegnasse per l’adozione dei cani, per il cane di quartiere e togliendo cartelli tanto assurdi quanto poco rispettosi degli animali.

Dopo la “guerra” minacciata alle deiezioni canine, il Comune di Benevento, non ha fatto più niente per i randagi. Un’idea che suggeriamo a chi amministra è quella di proporre a ogni partecipata (Gesesa, Amts, Asia ecc.) di adottare un cane randagio e farlo diventare cane di quartiere, o meglio di cortile. Il cane potrebbe essere intestato, con il chip, al presidente “pro tempore” dell’azienda e, sia gli amministrativi sia gli operai potrebbero curare l’animale o gli animali adottati’.


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