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Theodor Mommsen: un premio Nobel tra le mura di Telesia

Scritto da il 13 settembre 2013 alle 19:58 e archiviato sotto la voce Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Martedì 10 settembre nella sala Conferenze dell’Abbazia benedettina del Santo Salvatore si è svolto l’incontro culturale “Le valli alifana e telesina nella epigrafia latina” organizzato dal Comune di San Salvatore Telesino che ha visto una numerosa partecipazione di cittadini e studiosi, di San Salvatore ma anche dei paesi vicini. Erano presenti anche il dott. Antonio Salerno della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, la docente dell’Università di Salerno Chiara Lambert e la dott. Giusy Renda della II Università di Napoli, autrice insieme a Stefania Quilici Gigli della Carta archeologica  4 concernente molti comuni della Valle Telesina.
 
Ha aperto l’incontro Fabio Romano, sindaco di S. Salvatore Telesino, che, nel salutare i presenti, ha ribadito come l’Amministrazione abbia colto subito l’importanza della presenza del dott. Buonocore nel nostro territorio, aprendogli non solo le porte dell’Antiquarium, in cui sono esposti molti reperti archeologici ma anche quelle dei magazzini del Comune, in cui sono ancora depositati pezzi in attesa di collocazione, e permettendo così allo studioso di fare numerose verifiche sulle epigrafi, accompagnato per l’intera mattinata da Annalisa Votto, assessore ai monumenti e beni archeologici e dei funzionari della Soprintendenza Vitelli e Stabile.
Anche Lucia Vaccarella presidente del Consiglio comunale e delegata alla Cultura ha espresso, nel suo intervento, la soddisfazione dell’Amministrazione per la visita dello storico del Vaticano, auspicando che ci possano essere altre occasioni di incontro e che sempre più studiosi vengano a visitare e studiare il patrimonio storico di S. Salvatore sulla scia dei ricercatori tedeschi dell’ottocento come Mommsen.
 
Ha preso poi la parola il prof. Luigi R. Cielo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli che ha fatto una breve illustrazione dell’abbaziale normanna, sede dell’incontro. Il prof. è autore di una ricca e ancora oggi insuperata monografia sull’abbaziale del S. Salvatore de Telesia e nel suo intervento ha ricordato come essa abbia ospitato papa Urbano II e S. Anselmo – sulle due ospitalità è in corso di pubblicazione uno scritto dello studioso in un volume edito presso l’Università La Sapienza di Roma in onore di Mario D’Onofrio – e come proprio un allievo del futuro dottore della Chiesa nel monastero di Bec, l’abate Giovanni, abbia dato l’impronta architettonica “cluniacense” alla nostra abbaziale, una tipologia unica in Campania (scoperta appunto qui a San Salvatore da Cielo), ma diffusa in Puglia e Calabria, una cui chiesa, S. Maria della Roccella presso Catanzaro, il prof. ha richiamato a confronto. Ha ricordato infine l’abate Alessandro Telesino, autore del De rebus gestis Rogerii regis Siciliae, opera dedicata alle imprese di Ruggero II, che procurò possedimenti all’abbazia telesina, segnando il momento politico più alto della storia del monastero.
 
Infine il dott. Marco Buonocore, ha tenuto la sua conferenza dal titolo Allifae e Telesia prima e dopo Mommsen. Buonocore, scriptor latinus, è direttore della sezione Archivi della Biblioteca Apostolica Vaticana, presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia e del Comitato internazionale per l’Edizione delle lettere di Theodor Mommsen agli Italiani, incaricato dall’Accademia delle Scienze di Berlino dell’aggiornamento del Corpus Inscriptionum Latinarum vol. IX, Inscriptiones Calabriae Apuliae Samnii Sabinorum Piceni latinae. Lo storico ha diviso la sua conferenza in tre momenti principali: il primo dedicato alla vita di Theodor Mommsen, sia alla figura pubblica di insigne studioso che a quella privata di padre di ben sedici figli. Sono stati ricordati momenti salienti della vita dello studioso tedesco: la vittoria del Premio Nobel per la letteratura nel 1902 con la motivazione: «Il Premio Nobel per la letteratura 1902 è stato assegnato a Theodor Mommsen “il più grande maestro vivente dell’arte della scrittura storica, con particolare riferimento alla sua opera monumentale, Una storia di Roma”», il drammatico incendio della sua casa in cui andò distrutta una straordinaria biblioteca di testi editi e di manoscritti e la mobilitazione di tutta l’intellettualità europea per aiutarlo a ricostituire un patrimonio librario essenziale per il proseguimento dei suoi studi. La seconda parte delle lectio è stata dedicata al Mommsen storico ed epigrafista “italiano” con la sua prima “discesa” nel meridione per studiare le Iscrizioni del Reame di Napoli pubblicate nel 1852 e la cui ricerca lo portò per la prima volta a San Salvatore negli anni intorno al 1845. Alla presenza dello storico tedesco nel Sannio nel 1878 è stata quindi dedicata l’ultima parte della conferenza: il Mommsen fu ospite della famiglia Pacelli e negli horti pacelliani poté studiare e classificare un gran numero di lapidi; molte altre iscrizioni furono censite nelle campagne intorno a Telesia, a Solopaca in hortis Gugliae e nella chiesa di Santa Croce, antico Vescovado.
Tutte queste epigrafi furono pubblicate nel IX volume del Corpus nel 1882 e proprio le ricerche per l’aggiornamento di tale opera hanno portato tra noi Marco Buonocore che ci ha fatto dono di una lezione seguita attentamente da un pubblico curioso ed appassionato che alla fine ha “assediato” lo studioso per richiedere spiegazioni, bibliografia e per offrire segnalazioni varie, dimostrando quanto l’argomento coinvolga e quanta voglia e bisogno ci siano, nella nostra comunità, di momenti culturali di grande livello.

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