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direttore Antonio De Cristofaro

Al Museo del Sannio evento dedicato a Francesca Woodman

Scritto da il 5 aprile 2012 alle 11:26 e archiviato sotto la voce Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Domani, venerdì 6 aprile alle 18 Isabella Pedicini, autrice del libro Francesca Woodman. Gli anni romani tra pelle e pellicola (pubblicato da Contrasto in italiano ed inglese) in dialogo con il giornalista Ernesto Razzano, presenterà presso il Museo del Sannio di Benevento (in Piazza Matteotti) un ritratto del tutto inedito della grande fotografa Francesca Woodman, di cui nel volume ha studiato il periodo trascorso a Roma alla fine degli anni Settanta, a contatto con l’ambiente artistico della città. Dalla libreria Maldoror di Giuseppe Casetti ai locali dell’ex Pastificio Cerere, con gli artisti del Gruppo di San Lorenzo, che fu lo scenario di tante sue fotografie.

La Pedicini ha analizzato le immagini, i carteggi privati e gli appunti sparsi che Francesca Woodman ha lasciato ai suoi amici romani, raccogliendo le testimonianze di chi ha condiviso con lei questo periodo creativo.

La serata si aprirà con un accompagnamento musicale dal vivo (tromba e flicorno Luca Aquino, fisarmonica Pasquale Pedicini) con lo sfondo delle immagini presenti nel libro. Il tutto lascerà spazio alla conversazione-intervista tra l’autrice e il giornalista. Un modo per festeggiare l’uscita del libro della Pedicini in un luogo d’eccezione deputato all’arte quale è il Museo del Sannio. Al termine della presentazione sarà offerta una degustazione di vini cura dell’Azienda agricola Torre Varano.

Un evento dedicato ad una grande artista di cui si vuol mettere in evidenza oltre che il valore della sua opera, anche la vitalità, la simpatia e la gioia di vivere. Una grande interprete della fotografia, la cui critica è sempre stata ingiustamente influenzata dall’ombra del suicidio a soli 22 anni.

Artista precoce e raffinata, figura di confine tra cultura americana e cultura italiana. Francesca Woodman arriva a Roma per un soggiorno studio nel 1977. Figlia d’arte, studentessa presso il Rhode Island School of Design di Providence, Roma è per lei quel luogo e quel momento in cui le suggestioni estetiche e stilistiche già coltivate in America arrivano a definitiva maturazione. Artista precoce, figura di confine tra cultura americana e cultura italiana, Francesca Woodman disegna la propria parabola artistica all’interno dei confini del mezzo fotografico, secondo cifre personali che valicano gli stessi argini della fotografia.
Nel lavoro di Francesca Woodman si ritrovano gli echi e le suggestioni surrealiste, l’uso del corpo come linguaggio, gli influssi dei testi di Breton uniti a quelli della fotografia americana. Francesca Woodman si trasforma e per farlo utilizza i due strumenti che permettono il suo gioco magico: il corpo e la macchina fotografica. Si arriva così a individuare al centro della sua opera il topos della Metamorfosi come continuazione della vita. Come il mito, come Icaro, l’artista porta avanti fino al punto più estremo un discorso di slancio e di determinazione. Come donna e come artista, Francesca Woodman insegna la potenza del gesto artistico, il coraggio che richiede la creazione e quindi l’esposizione di sé e del proprio lavoro.

Arricchiscono la pubblicazione una raccolta dei racconti degli amici di Francesca Woodman, incontrati tra la libreria Maldoror di via del Parione e gli atelier della Nuova Scuola Romana. Con un’introduzione di Gerry Badger.

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