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Il Sannita.it

direttore Antonio De Cristofaro

La Solot in scena questa primavera con due sue produzioni.

Scritto da il 28 marzo 2011 alle 11:10 e archiviato sotto la voce Attualità, Cultura & Spettacoli, Foto. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

La Solot in scena questa primavera con due sue produzioni.

Due momenti d’eccezione per l’affermata compagnia teatrale sannita che tra Torino e Napoli, da nord a sud dell’Italia è impegnata, in un momento così difficile per il mondo della cultura italiana, a portare avanti progetti ed iniziative originali.
Mercoledì 30 marzo ore 21 e giovedì 31 marzo ore 23,30 presso il Teatro Cavallerizza Reale Torino. Progetto realizzato con il contributo del Sistema Teatro Torino e Regione Piemonte. XXXI Festival Benevento Città Spettacolo – Una coproduzione Teatro delle Forme e Solot Compagnia Stabile di Benevento La parola ultima liberamente ispirato a The rest is silence di Miklòs Hubay, drammaturgia e regia Antonio Damasco, consulenza linguistico-letteraria Valter Giuliano, con Laura Conti, Michelangelo Fetto, Antonio Intorcia,. aiuto regia Valentina Padovan, scenografie e costumi Daniela Donatiello, responsabile tecnico Bruno Ferreira da Vega.
Un’opera teatrale tremendamente moderna per descrivere una realtà passata e presente a molti sconosciuta. Non sempre una lingua scompare per semplice abbandono, a volte, la sua sparizione coincide con la scomparsa dei suoi parlanti e con il genocidio.
L’opera narra la storia della giovane Aleluja, condannata a morte in quanto ultima rappresentante del suo popolo, un popolo ormai distrutto. Accanto a lei il suo carceriere, il cui nome è emblema della sua situazione; il Rinnegato nasconde, infatti, la sua appartenenza allo stesso popolo della condannata, ed ha rinunciato a parlare la sua lingua per salvarsi, egli afferma «io volevo restare in vita. Rinnegato è sinonimo di sopravvivenza». Ultimo personaggio è un inesperto gesuita che arriva per cogliere dalla bocca di Aleluja, prima che sia troppo tardi, le parole di quella lingua destinata ormai a scomparire.
Dal 31 marzo al 10 aprile al Teatro Mercadante-sala ridotto Il re muore di Eugène Ionesco con Andrea de Goyzueta, Francesca De Nicolais, Giovanni Del Monte, adattamento e regia Pino Carbone. Una produzione: Solot Compagnia Stabile di Benevento, o.n.g. Teatri, Etérnit, in collaborazione con: Tourbillon Teatro, Teatro Stabile di Napoli, Amministrazione: Paola Fetto, Segretria: Vera Di Dio, Organizzazione: Michelangelo Fetto, Tonino Intorcia
La natura del testo è racchiusa in una definizione espressa dall’autore: “Non ho mai capito la differenza tra comico e tragico. Essendo il comico l’intuizione dell’assurdo, esso mi sembra più desolante del tragico”. Nell’opera di Ionesco è l’umanità a confrontarsi con se stessa. L’uomo che si interessa agli uomini. Questo è anche il lavoro o l’attività principale di ogni artista, qualsiasi sia il linguaggio, la forma d’arte praticata e scelta. Questo è il processo creativo. Da qui, un lavoro, e di conseguenza una messa in scena, dove il presente è l’unica salvezza, dove bisogna avere la capacità di essere lungimiranti senza anticipare le soluzioni.
Per informazioni www.solot.it – 082447037.

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