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Nuove discariche nel Sannio, Perifano: ‘Un duro colpo alla provincializzazione del ciclo rifiuti’

Scritto da il 15 marzo 2011 alle 20:27 e archiviato sotto la voce Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

In merito all’ipotesi di nuove discariche nell’avellinese e nel beneventano, contenuta nella quarta bozza del piano regionale, preparata dal professore Umberto Arena, ordinario di Ingegneria Impiantistica presso la Seconda Università di Napoli è intervenuto Luigi Diego Perifano, Amministratore unico della SAMTE.

«Se le indiscrezioni sul Piano Regionale dei Rifiuti, ormai di imminente approvazione, trovassero conferma, un altro duro colpo verrebbe inferto al principio della provincializzazione del ciclo.
Senza prudenza, e aggiungerei senza pudore, sembra farsi strada l’idea che le aree interne della Regione Campania, e segnatamente le province di Avellino e Benevento, debbano essere sacrificate nella funzione di sversatoi ‘preferiti’, così da alleggerire il peso delle problematiche che affliggono la Città di Napoli e la conurbazione metropolitana.
In altri termini si pensa che le nuove discariche, necessarie a garantire, sempre nella logica dell’emergenza il funzionamento del ciclo fino all’entrata in funzione dei nuovi termovalorizzatori, si debbano realizzare in Irpinia e nel Sannio.
E si invoca, anche da autorevolissime postazioni istituzionali, il criterio della solidarietà (obbligata).
Dimenticando che, da queste parti, abbiamo già dato, e che le discariche di Montesarchio e S.Arcangelo Trimonte sono state per anni utilizzate anche e soprattutto per ricevere rifiuti provenienti dalle altre province della Campania.
E allora la pretesa di assecondare all’infinito il circolo vizioso dell’emergenza, allontanando nei fatti l’attuazione della provincializzazione, e presentando sempre alle aree più deboli il conto di inefficienze e ritardi, appare come un vero e proprio atto di violenza politica.
Non si tratta di cedere a tentazioni particolaristiche, ma di affrontare con consapevolezza il tema della provincializzazione.
Più di altri ci siamo battuti, e penso all’impegno del Presidente Cimitile e dell’Assessore Aceto, per difendere ed attuare le previsioni della Legge Regionale n.4/2007 e della Legge Statale n.26/10, nella convinzione che la gestione su base provinciale del ciclo integrato dei rifiuti si potesse risolvere in un consistente beneficio per il sistema locale, grazie alla favorevole combinazione di buone prassi amministrative e dimensione territoriale.
Ora, tuttavia, non possiamo fingere di ignorare quello che sta accadendo: una subdola e persistente strategia di scardinamento del principio della provincializzazione rischia di consegnarci solo gli effetti negativi del ‘nuovo corso’.
E’ quella che ho definito la ‘provincializzazione delle passività’.
Costi aggiuntivi per la manutenzione post-mortem di discariche costruite per il passato nella nostra provincia con criteri tecnici tutti da verificare. Costi aggiuntivi per la messa in sicurezza di impianti ancora in funzione. Costi aggiuntivi per ripianare il deficit accumulato negli anni dai Consorzi Rifiuti. Costi aggiuntivi persino per la gestione dei siti ove sono stoccate migliaia di inservibili ecoballe.
E a fronte di ciò?
Commissari nominati dalla Regione per la realizzazione di nuovi impianti, con sovrapposizione di funzioni e complicazione delle procedure. Potere discrezionale del Presidente della Regione di imporci in qualsiasi momento l’accettazione di rifiuti extra-provincia. Ed infine, quasi a voler aggiungere al danno la beffa, la possibile individuazione nel nostro territorio di altre discariche, che non servono alle necessità dell’utenza provinciale, quanto piuttosto a risolvere problemi che altri sono incapaci, o non hanno la volontà di risolvere.
Ebbene, a fronte della irresponsabile ed ingenerosa aggressione ai valori ambientali e paesaggistici del nostro territorio, e al cospetto delle distorsioni che minano il processo di provincializzazione del ciclo, posso solo augurarmi che sempre più la classe politica sannita sappia reagire con fermezza ed unità di intenti. Almeno finchè si è in tempo».

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