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direttore Antonio De Cristofaro

La Fondazione ‘Romano’ ospita lo chef internazionale Antonio Tubelli

Scritto da il 14 marzo 2011 alle 20:00 e archiviato sotto la voce Cultura & Spettacoli. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Mercoledì 16 marzo, alle ore 18.30, la Fondazione “Gerardino Romano”, sede sociale in piazzetta G. Romano, n. 15, Telese Terme (BN), ospiterà Antonio Tubelli, uno degli chef internazionali più noti e richiesti, ospite fisso del canale tv del Gambero Rosso, nonché riconosciuto Maestro di arte culinaria. All’incontro che sarà coordinato dal prof. Felice Casucci si discuterà del volume: “La cucina napoletana”, l’ancora del mediterraneo, 2010.
Dopo anni di studio e ricerca sul campo, è uscito nel 2010 il primo allestimento organico della gastronomia di Antonio Tubelli, gourmet e intellettuale napoletano doc, una proposta di “cultura materiale” che si fonda sulla dignità e sull’attenzione alle materie prime e sulla precisione della loro resa finale, attraverso l’opera consapevole e sapiente di un innamorato della cucina tradizionale, rivisitata con tutta la curiosità di un uomo moderno. Risiede in Tubelli la testimonianza viva di una esperienza storica legata alla straordinaria civiltà del nostro Mezzogiorno nella prospettiva di un’unità nazionale non di maniera, sulla scia dei grandi Maestri, da Antonio Latini, a Vincenzo Corrado a Ippolito Cavalcanti, fino ad arrivare ad Angelo Paracucchi e a Carlo Petrini, che firma anche l’Introduzione al volume curato da Maristella Di Martino, presente all’incontro.
Le pagine di Tubelli, definito dalla Di Martino l’ultimo Monzù, raccoglie ricette divise per sezioni ed elencate in ordine alfabetico o per portata. La prima sezione, I piatti di casa Tubelli, ovvero “l’arte della necessità”, è divisa in tre parti: la prima espone i piatti tradizionali dell’infanzia dell’Autore, la seconda e la terza si riferiscono ai piatti tipici delle festività di Pasqua e Natale organizzati per giornate e portate. La seconda sezione, Mangiare alla napoletana, è divisa per alimenti: pane, pasta, riso, pesce, carne, verdure, formaggi, dolce e frutta. La terza sezione, La cucina di strada, costituisce una vera e propria reinvenzione di tradizioni millenarie in chiave globale. La quarta sezione è data da I pranzi di Tubelli, che illustra “la cucina della finzione”, ossia la cucina povera di Donna Eleonora, una popolana partenopea, che si rifà alla “sensazione” più che al “contenuto”. Il libro si conclude “con gli occhi al domani” e con la critica della “cucina molecolare”.
Le parole finali sono di speranza per la “gastronomia campana”, che “può ritornare, come in parte sta facendo e in parte lo è già, ad essere un punto di riferimento per tutta l’Italia”. L’incontro inaugura il ciclo progettuale “Meditarte”, ideato dalla Fondazione con la Comunità parrocchiale di Santa Maria della Sanità a Napoli: “il cibo come bisogno essenziale, cura di se stessi e forma di solidarietà sociale, ma anche come tramite dei sentimenti, simbolo, espressione della cultura, interprete della fede e delle tradizioni popolari” (Piero Camporesi, Il governo del corpo, Garzanti libri, 2008).

Gli incontri della Fondazione, aperti al pubblico, si svolgono ogni settimana e rappresentano un momento di confronto dialettico volto a favorire una crescita culturale, equilibrata e sostenibile, del territorio sannita.

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