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San Leucio del Sannio, corteo di solidarietà per Carlo Iannace

Posted By sport On 12 giugno 2011 @ 21:17 In Foto,Testata | 2 Comments

Un fiume in piena di ‘solidarietà’ quello che ha abbracciato idealmente questo pomeriggio Carlo Iannace, il sindaco-chirurgo da giovedì sera agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto altri medici dell’ospedale ‘Moscati’ di Avellino.

Un’autentica mobilitazione da più parti della regione e non solo, più di mille le persone giunte da Napoli, Roma, Avellino, Benevento e dai vari paesi del Sannio, che hanno voluto manifestare la propria vicinanza umana, la stima, l’affetto all’uomo che della sua professione ha fatto una vera e propria missione. Tanti i sentimenti che hanno accompagnato il corteo, partito da Piazza Municipio, sede del Comune dove Iannace ricopre la carica di sindaco, e giunto sotto l’abitazione del chirurgo in via Fievo. Due le associazioni che insieme alla gente comune, ai professionisti, ai colleghi, si sono mobilitate per Iannace: l’Amdos (Associazione meridionale donne operate al seno) e l’Agatà. ‘Con questa manifestazione – hanno detto le responsabili delle associazioni – vogliamo far sentire la voce di tutte quelle donne, operate e in attesa di subire l’intervento, che sono state private del loro punto di riferimento. Carlo Iannace – spiegano – rappresenta per noi la salvezza, non solo perché ci segue costantemente insieme alla sua equipè, ma anche perché è scrupoloso nelle cure prima e dopo l’operazione. Gli arresti hanno per ora bloccato alcuni interventi programmati su donne malate e questo rappresenta un vero e proprio problema in una malattia dove la tempestività dell’operazione chirurgica è fondamentale per la cura e la guarigione’.

Lacrime, commozione, rabbia per la vicenda che ha coinvolto il medico sannita, costringendolo a stare lontano dai suoi pazienti cui dedica tutto il suo tempo e con un amore viscerale che lo rendono così speciale, unico, indimenticabile per chi ha avuto la fortuna d’incontrarlo. Sì la fortuna perché con il tumore al seno non si scherza e grazie a lui, alla sua professionalità e alle sue amorevoli cure molte donne possono ritornare a casa, riabbracciare i propri figli e continuare a sperare in una vita normale senza più quella malattia invalidante, che le segna nel corpo, nella mente e nell’anima. Quelle donne oggi erano a San Leucio del Sannio, da quel medico che non si ferma ai formalismi e alle apparenze, che ha rispetto per la vita e per l’essere umano in quanto tale, che accoglie tutti con un sorriso, che ha per tutti parole di conforto e speranza e che esprime a pieno, ogni giorno, valori come onesta, trasparenza, umanità, semplicità, passione per la medicina. A chi spesso gli ha chiesto come facesse a lavorare così tanto tempo senza riposarsi nemmeno la domenica, giorno che dedica alle visite gratuite, la sua risposta era sempre la stessa: ‘quando una cosa si deve fare… si deve fare’. Carlo, perché tutti lo chiamano così, è un amico, un fratello, una persona di famiglia che non mette tra lui e la gente la distanza data dal titolo o dalle cariche che ricopre, lui si sente un figlio della gente semplice, del popolo che oggi gli ha mostrato tutta quella stima e quell’affetto che meritava e che forse non sapeva nemmeno di suscitare. Un attestato di amore sconfinato verso l’uomo, il medico, il sindaco, semplicemente la persona che sa capire e alleviare il dolore fisico di chi soffre, che sa asciugare le lacrime di chi si sente smarrito o spacciato, che mette le sue doti professionali a servizio di tutti senza distinzioni economiche, dando anche a chi possibilità economiche non ne ha, l’opportunità di essere curato da un medico eccellente e di sperare nella guarigione. Tantissimi gli striscioni stretti tra le mani, quelle mani che non hanno smesso di applaudire quando la tenda dietro la finestra si è spostata leggermente. Tutti con il naso in su e gli occhi sbarrati nella speranza di scorgere il suo viso, per dimostrargli semplicemente, di stare dalla sua parte, di non arrendersi, di avere fiducia che tutto andrà bene e che nessuno ha mai dubitato, nemmeno per un secondo, di lui e della sua onestà. Un dialogo fatto di applausi continui, di lacrime, di amore che ripeteva: ‘Non mollare dottore sei tutti noi’.

Le associazioni si sono, poi, riunite in sala Consiliare per spiegare come intendono muoversi nei prossimi giorni. Per domattina alle 11 è in programma un sit in davanti all’ingresso della città ospedaliera di Avellino.

Aldo Furno – vicesindaco di San Leucio del Sannio: ‘Credo che tutta la Comunità sia colpita da questa manifestazione di affetto verso una persona perbene che ognuno vorrebbe avere al proprio fianco e non solo nel momento del bisogno. Siamo davvero  onorati di averlo come Sindaco. Gli siamo vicini e speriamo di rivederlo presto a lavoro perché abbiamo bisogno di gente come lui’.

Alfredo Cataudo – consigliere provinciale Udeur: ‘Siamo fiduciosi che la vicenda si risolverà presto nel migliore dei modi. Oggi la presenza di tutta questa gente ha dato prova, laddove ce ne fosse bisogno, della professionalità di Carlo e dell’amore per il suo lavoro. Un uomo capace di unire così tante persone, provenienti da posti diversi. Al di là della sua carica politica è l’uomo Carlo Iannace  e soprattutto il medico ad essere apprezzato, per la sua gentilezza, il suo garbo, il suo sorriso, il suo amore per la medicina’.

Claudio Cataudo – sindaco di Ceppaloni: ‘Massimo rispetto per la Magistratura giusta, terza che deve fare il suo corso. Ma se è vero che chi sbaglia deve pagare è anche giusto che, in questo caso, quando tutto sarà risolto, qualcuno paghi per l’errore fatto. Spero che quanto prima Carlo possa tornare nell’esercizio delle sue funzioni professionali e amministrative’.

Quirino Iorio – legale di Carlo Iannace: ‘Abbiamo presentato al tribunale del riesame istanza di revoca della misura cautelare. La decisione non arriverà prima di dieci giorni. Avevamo chiesto al giudice, al momento dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, come atto meramente chirurgico, la possibilità di consentire al dottore Iannace di poter comunque operare alcuni pazienti già in attesa dell’intervento, ma il magistrato non lo ha consentito’.

Umberta Basso – Coordinatrice Amdos Italia: ‘L’associazione si costituirà parte civile e il risarcimento sarà devoluto alla Brest Unit di cui Iannace è il responsabile. Se qualcuno di noi ha dato soldi li ha dati all’Azienda ospedaliera e ciò è documentato nella massima trasparenza. Ci sono le testimonianze di tantissime donne che sono state operate da lui e sono seguite scrupolosamente con la massima professionalità e umanità. Non ha mai fatto niente per soldi è ciò è dimostrato dalle continue proposte di lavoro che riceve e che lui rifiuta per l’amore che ha per la sua terra e la sua gente. Siamo fortunate ad avere una tale eccellenza nel nostro territorio. Combatteremo affinchè non ce lo portino via, togliendo così la speranza a tante donne’.

Presidente Amdos Montoro(Av): ‘Sono pochi i medici con questa disponibilità totale per la gente. Lui non fa attività privata, come tanti nostri colleghi che dedicano si e no qualche ora ai pazienti, ma attività gratuita, dando la possibilità a tante donne di poter non morire. Forse sono la sua stessa bontà e disponibilità a dare fastidio’.

di Adriana Francesca


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