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Appalti pubblici, divieto di dimora per l’ex sindaco dell’Udeur Agostinelli

Scritto da il 11 aprile 2011 alle 18:03 e archiviato sotto la voce Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Nella prima mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo in Galdo hanno eseguito tre ordinanze relative ad altrettanti obblighi e divieti di dimora, nei confronti di una terna di esponenti della vecchia amministrazione comunale di San Bartolomeo in Galdo.
Si tratta di un di divieto di dimora nel Comune di San Bartolomeo in Galdo, che ha colpito l’ex sindaco, Donato Agostinelli, e di due obblighi di dimora nei comuni di Benevento e di Vietri sul Mare, in provincia di Salerno, che hanno avuto come destinatari, rispettivamente, l’ex Responsabile dei servizi tecnici comunali, Francesco Bove e l’ex Segretario comunale Arturo De Francescantonio, con imputazioni relative alla gestione finanziaria del Comune di San Bartolomeo in Galdo, alla gestione degli affidamenti di incarichi professionali ed appalti per la realizzazione di lavori pubblici, con particolare riferimento a quelli derivanti dal dissesto idrogeologico della zona, in relazione ai lavori urgenti sulle strade interessate.
L’indagine, partita nel 2008, aveva ad oggetto violazioni penali e contabili inerenti ad alcuni lavori pubblici eseguiti nella cittadina fortorina, con particolare riferimento alla viabilità stradale. Il principale filone d’indagine riguarda le ordinanze concernenti i lavori di rifacimento della strada denominata Amborchia, importante arteria stradale che collega San Bartolomeo in Galdo alla statale 17, che unisce a sua volta i centri di Foggia e Campobasso.
I Carabinieri, diretti dalla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, con l’ausilio del CTU nominato, hanno operato approfonditi accertamenti su una vasta mole di atti amministrativi, per poi risalire alla configurazione e all’imputazione di specifici fatti reato a carico dell’ex sindaco San Bartolomeo in Galdo, del Segretario comunale e del Responsabile del servizio tecnico comunale dell’epoca, che vanno dalle falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici, all’abuso d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti, commessi in concorso fra di loro e con il vincolo della continuazione temporale, in esecuzione del medesimo disegno criminoso.
Secondo la ricostruzione,i tre, ognuno per la propria parte di competenza, avevano dapprima falsamente attestato l’esistenza della copertura finanziaria attinente le opere da eseguire, omettendo nel contempo le previste attestazioni di regolarità tecnica e contabile, per poi appaltare artificiosamente i lavori ad una ditta di riferimento.
In particolare, l’ex sindaco ha attestato falsamente l’esistenza di vari crediti a favore del Comune all’epoca da lui presieduto, complessivamente circa due milioni di euro, risultati ad un più accurato esame inesistenti: tali cespiti “fantasma” erano finalizzati infatti a dimostrare la sussistenza di fondi, indicati come necessari per poter effettuare i lavori pubblici in argomento.
Peraltro l’inesistenza di tali fondi veniva certificata anche dal Commissario ad acta del Comune di san Bartolomeo in Galdo, che proprio nel 2008 fu commissariato in seguito alla mancata approvazione del bilancio per gli onerosi debiti contratti dallo stesso Ente territoriale.
Lo stesso ex sindaco, sempre secondo gli investigatori, in concorso con l’ex Segretario comunale e con l’allora Responsabile del servizio tecnico comunale rendeva ripetutamente false attestazioni in atti pubblici, al fine di determinare, sempre e solo in capo a determinati soggetti privilegiati, l’assegnazione di incarichi professionali, anche per non meglio identificate “migliorie tecniche”, e le conseguenti aggiudicazioni dei lavori, arrecando così sia un danno alla Pubblica Amministrazione che ai tecnici professionisti e alle altre imprese partecipanti alla gara in questione.
In particolare, il suddetto Responsabile, in qualità di Pubblico ufficiale, abusando delle sue qualità e dei suoi poteri, colludendo con due soggetti partecipanti alla gara d’appalto per i lavori de quibus, amministratori di una società di costruzioni, faceva in modo di turbare la procedura relativa alla gara d’appalto a cottimo fiduciario per i lavori urgenti di consolidamento idrogeologico dei dissesti sulla predetta strada Amborchia.

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