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Convegno a Napoli sui costi della politica, il commento di Bosco e Maiella (Uil)

Posted By redazione On 8 aprile 2011 @ 17:57 In Attualità | No Comments

“Ridurre i costi della politica non significa ridurre l’esercizio della democrazia, ma rafforzarla lenendo la pressione fiscale su chi la subisce, pagando le tasse. Sono infatti i lavoratori dipendenti e i pensionati che contribuiscono per oltre l’80% al gettito fiscale dello stato italiano. In Campania, e anche nel Sannio, rispetto al reddito pro-capite, c’è uno dei livelli di imposizione fiscale fra i più alti d’Italia se pensiamo a Tarsu, addizionali Irpef Regionali e alle Accise sulla Benzina. Denaro dei lavoratori speso senza che spesso al dazio sborsato corrisponda un servizio di spessore. Soltanto trovando le risorse da investire nella qualità dei servizi pubblici, dove spesso i tagli sono solo ragionieristici e lineari, si potrà creare sviluppo per la Campania e le sue province”.
E’ il commento del segretario generale della Uil di Benevento, Fioravante Bosco, a margine del convegno tenutosi stamani a Napoli sull’abbattimento dei costi della politica. Il dibattito, introdotto dalla segretaria regionale del sindacato, Anna Rea, e conclusosi con le riflessioni del leader della Uil, Luigi Angeletti, ha acceso il riflettori sulle proposte della Confederazione per una gestione virtuosa delle risorse pubbliche.
Secondo uno studio del sindacato i costi della politica diretti e indiretti ammonterebbero ogni anno in Campania ammontano circa 392 milioni di euro, questo ovviamente solo per il funzionamento di Giunte e Consigli della Regione, Province e Comuni. Somma che corrisponde a 191 euro procapite per i 2 milioni di contribuenti campani.
Più nello specifico per il funzionamento delle Giunte e Consigli della Regione, delle Province e dei Comuni, in Campania si spendono ogni anno quasi 329 milioni di euro. A questa cifra vanno aggiunti 63 milioni di euro per il pagamento nel 2009 delle oltre 16 mila consulenze ed incarichi conferite dalla Pubblica Amministrazione (regionale, provinciale e comunale) per un totale appunto di 392 milioni di euro.
Nel dettaglio, comunque per il funzionamento politico della Giunta e Consiglio regionale nel 2010 il costo ammonta a 108,4 milioni di euro, di cui quasi 88,6 milioni di euro per Giunta e Consiglio; 14,1 Milioni per la comunicazione, le attività ed iniziative istituzionali; 5,6 milioni per il funzionamento di Comitati, organi istituzionali ed iniziative legislative. Per il funzionamento delle Giunte e Consigli Provinciali nel 2008 (ultimo dato disponibile pubblicato dal sito del Ministero dell’Interno si sono spesi quasi 38,6 milioni di euro. Mentre per i 551 Comuni il costo è stato di quasi 181,8 milioni di euro, di cui 38,6 milioni per il funzionamento degli organi dei Comuni capoluogo. Senza intaccare i costi della democrazia, che restano indispensabili, crediamo che ci siano i margini per ridurre tali costi, ad iniziare con stipendi e indennità più “sobrie” per Presidenti di Regione e Provincia, Sindaci, Assessori e Consiglieri e procedendo al contempo a ridurne il numero, soprattutto dei Consigli; riducendo il numero degli assessorati, molto spesso pletorici, di Regione, Province e Comuni; riducendo il numero delle commissioni consiliari (andrebbe precisato come esempio che molte volte in particolare le province conferiscono assessorati a deleghe di fatto non di loro pertinenza che potrebbero tranquillamente essere tagliate in tempi brevi senza alcuna conseguenza risibile).
Basterebbe tagliare del 20% per questi costi per produrre un risparmio di spesa di 78,5 milioni di euro. A questi costi, occorrere i costi delle spese di rappresentanza, degli amministratori delle società e consorzi a partecipazione pubblica; il costo per la massa del personale di supporto politico (personale addetto agli uffici dei Presidenti di Regione, Provincia, Sindaci, Assessori Regionali, Provinciali e Comunali; i Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari delle ASL, che secondo le stime della UIL Campania ammontano ad oltre 516 milioni di euro. Tagliare sempre del 20% tali costi comporterebbe un risparmio di ulteriori 103 milioni di euro (pari a metà dell’addizionale Irpef regionale).
A cui si potrebbero aggiungere altri 6 milioni di euro di risparmi derivanti dalla semplice razionalizzazione (per la UIL si dovrebbero abolire), di alcune funzioni non essenziali delle Province, in quanto istituzioni, lasciando dunque inalterate tutte le altre funzioni e tutto il personale; ed ulteriori 110 milioni di euro dall’accorpamento dei 332 Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti. Pertanto tra i 78,5 milioni di euro di risparmi dei costi della politica, e i 103 milioni di euro di risparmi derivanti dalla razionalizzazione di società, enti ecc.; 116 milioni di euro dalla razionalizzazione dei livelli istituzionali, si potrebbero trovare risorse pari a 297,5 milioni di euro che equivalgono a quasi 200 euro per contribuente, che servirebbero ad azzerare le Addizionali Comunali IRPEF (gettito per i Comuni campani di circa 200 milioni di euro) ed a riportare all’1,2% contro l’attuale 1,7% , l’Addizionale Regionale IRPEF.
Insomma nel corso de tempo la spesa “istituzionale” non è per niente diminuita, i cosiddetti costi della politica negli anni 2008-2009-2010 sono rimasti più o meno simili. Al contrario dei tagli operati linearmente su tutte le voci di spesa regionale, che hanno coinvolto numerosi servizi, dai trasporti, al welfare, conseguenti all’obiettivo di una riduzione dei costi.
“Alcune Istituzioni locali – ha infine dichiarato il sindacalista Antonio Maiella – hanno iniziato delle politiche, seppur ancora timide, di reale contenimento anche dei cosiddetti costi della politica, la stessa Regione Campania nell’ultima Finanziaria Regionale ha mosso i suoi primi passi, ci auguriamo che non siano solo uno spot, ma un inizio di una reale azioni efficace finalizzata all’efficientamento della qualità della spesa”.


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