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L’acustica del Teatro Romano, le ricerche di Iannace sulla rivista ‘Storica’

Scritto da il 7 giugno 2011 alle 20:37 e archiviato sotto la voce Foto, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

L’acustica del Teatro Romano, le ricerche di Iannace sulla rivista ‘Storica’

Dello studio sull’acustica del teatro romano di Benevento condotto dal professor Gino Iannace, docente di “Fisica, Tecnica, Ambientale” alla Facoltà di Architettura “L. Vanvitelli” di Aversa della Seconda Università degli Studi di Napoli se ne è occupato anche il mensile Storica National Geographic, la rivista edita da RBA Italia.

Iannace ha scoperto che la buona o ottima acustica, da sempre prerogativa degli anfiteatri dei Greci e Romani, era il risultato della perfetta conoscenza di un principio fisico semplice, ma essenziale: il principio del riverbero delle onde sonore sui materiali adoperati dai costruttori, che normalmente erano la pietra e il legno, e dall’angolazione di questi materiali rispetto alla sorgente sonora. Anzi, persino la stessa pietra dava risultati diversi, cambiando il tipo di pietra messo in opera nella costruzione delle gradinate.
Tutto insomma influiva sul rendimento acustico dell’ambiente: materiali costruttivi, angolazione e disposizione delle gradinate, altezza del palcoscenico.
Iannace ha realizzato un modello virtuale del teatro romano di Benevento, costruito nel II secolo d.C. per valutarne la resa acustica. L’opera venne realizzato con paramenti in blocchi di pietra calcarea e in laterizio. Con le gradinate e la frons scenae rivestite in marmo. Erano, insomma, presenti tutti i parametri vitruviani: il fronte della scena, il palcoscenico alla sua base, la cavea (semicircolare costituita da gradinate).
Gli elementi costruttivi della scena e della cavea erano tali da realizzare i presupposti di un’acustica armonica. Inoltre altri elementi, quali anfore bronzee infisse in appositi supporti tra le gradinate, e altre, più grandi poste sotto il piano del palcoscenico, servivano a migliorare ulteriormente l’acustica.
Le simulazioni fatte da Iannace hanno restituito un tempo di riverbero di circa 2 secondi (un’ottima resa se si considera che nel teatro San Carlo di Napoli il tempo di riverbero è di circa 1,2 secondi). Iannace ha anche effettuato un test di intelligibilità del parlato nella cavea, secondo il metodo ‘Rasti’ (indice di trasmissione del parlato rapido). I valori verificati sono stati di 0,81 quando la fonte sonora era posta sulla scena, e di 0,84 quando la fonte sonora era nell’orchestra. Risultati straordinari se si considera che il metodo adottato pone tra 0.75 e 1 i valori di eccellenza.
Le misure acustiche hanno evidenziato che la leggendaria “buona acustica” dei teatri di epoca greca e romana era dovuta non solo all’assenza di rumori di fondo, e alle caratteristiche dei materiali da costruzione (superfici fortemente riflettenti), ma anche dalla disposizione delle gradinate. Queste essendo di forma regolare e disposte a un passo costante si comportano come superfici diffondenti, e quindi contribuiscono ad una propagazione uniforme del suono nel teatro migliorandone l’acustica.

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