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direttore Antonio De Cristofaro

Rifiuti: nello smaltimento la Campania ancora lontana dalla soluzione

Scritto da il 26 dicembre 2010 alle 19:50 e archiviato sotto la voce Ambiente, Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il cammino per rendere la Campania completamente autonoma nel processo dello smaltimento dei rifiuti e’ ancora lungo. La regione – che produce circa 7200 tonnellate di spazzatura al giorno – ha bisogno di altri due termovalorizzatori oltre a raggiunge piu’ alte percentuali di raccolta differenziata. Per realizzare i due impianti pero’, come ha piu’ volte ricordato il presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, occorrono dai 24 ai 36 mesi. Il primo dovra’ sorgere alla periferia di Napoli, il secondo a Salerno. E il 2011 dovra’ essere l’anno della svolta, quello dell’avvio dei lavori. Ma non solo. Servono dai 12 ai 16 mesi per costruire quegli impianti intermedi – come i centri di compostaggio – dove sara’ possibile lavorare parte della spazzatura, evitando cosi’ di doverla trasferire fuori regione con costi aggiuntivi non modesti. Strutture indispensabili per il compostaggio (quindi per il trattamento della frazione organica) e quindi per incrementare anche la percentuale di differenziata. Al momento, oltre ad alcune discariche, la Campania dispone di un unico termovalorizzatore – quello di Acerra – e di sette impianti Stir (ex Cdr) dove la spazzatura viene trattata prima di finire parte negli sversatoi (frazione organica stabilizzata) e parte nel termovalorizzatore. Sono quelli di Giugliano, Caivano e Tufino, in provincia di Napoli; Santa Maria Capua vetere nel Casertano; Casalduni, in provincia di Benevento, Pianodardine nell’Avellinese e Battipaglia in Irpinia. In provincia di Napoli – che e’ quella investita dalla crisi di questi ultimi mesi – sono aperte solo due discariche: quella di Chiaiano alla periferia di Napoli che puo’ ricevere al massimo 800 tonnellate di spazzatura al giorno a fronte di una produzione quotidiana della citta’ di Napoli che tocca, in alcuni periodi dell’anno anche le 1300 tonnellate, e la discarica Sari, tra Terzigno e Boscoreale, alla quale possono far riferimento solo i 18 comuni della zona vesuviana. Ma in provincia di Napoli c’e’ un altro aspetto dell’emergenza del quale, al momento, si parla poco. E’ quello dello smaltimento dei circa sei milioni di ecoballe di rifiuti che sono stati stoccati nel sito di Taverna del re, alla periferia di Giugliano. Si tratta di circa sei milioni di tonnellate di spazzatura imbustata che danno forme a decine di grosse piramidi di ‘monnezza’ depositate su una superficie di 4,5 chilometri quadrati nella campagna che segna il confine tra le province di Napoli e Caserta. Come e quando e quando verranno rimosse? Da piu’ parti e’ stata ipotizzata la realizzazione di un termovalorizzatore nella stessa zona (in aggiunta agli altri tre) che dovrebbe servire a bruciare le piramidi di spazzatura. Ipotesi che pero’ non trova il consenso unanime.

                                                                                                                                                                                                                  Fonte: Ansa

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