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Tasse Universitarie, l’Unisannio eccede il limite del 20% del finanziamento statale

Scritto da il 11 dicembre 2010 alle 10:02 e archiviato sotto la voce Attualità, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Aumento di quasi il triplo delle rette universitarie per gli studenti inglesi. E’ quanto prevede il controverso piano del governo di David Cameron approvato alla Camera dei Comuni, letteralmente assediata dalla protesta degli studenti che e’ anche degenerata in scontri con la polizia. Gli aumenti varati sono per ora limitati alla sola Inghilterra (Galles, Scozia e Irlanda del Nord non sono toccati), che dal 2012 porteranno le rette dalle attuali 3.290 sterline (3.880 euro) l’anno, fino a un massimo di circa 9.000 sterline (10.600 euro). In Italia, di fatto, ogni Ateneo stabilisce quasi autonomamente l’importo delle proprie tasse. Nel nostro paese, infatti, al momento, a regolare le tasse universitarie sono il Dpr 306 del ’97 ’Regolamento recante disciplina in materia di contributi universitari’ e il decreto ministeriale del 28 febbraio del 2010 che prevde l’ ’Aggiornamento dell’importo della Tassa minima di iscrizione universitaria per l’a.a. 2010/11’. Il primo provvedimento stabilisce che ’le universita’ graduano l’importo dei contributi universitari per i corsi di diploma e di laurea secondo criteri di equita’ e solidarieta’, in relazione alle condizioni economiche dell’iscritto, utilizzando metodologie adeguate a garantire un’effettiva progressivita’, anche allo scopo di tutelare gli studenti di piu’ disagiata condizione economica’. Condizione valutata ’sulla base della natura e dell’ammontare del reddito e del patrimonio, nonche’ dell’ampiezza del nucleo familiare’. Comunque, stabilisce ancora il regolamento ’la contribuzione studentesca non puo’ eccedere il 20 per cento dell’importo del finanziamento ordinario annuale dello Stato’.  Il secondo provvedimento stabilisce, invece la tariffa minima cui devono attenersi gli Atenei e prevede che ’l’importo della tassa minima di iscrizione alle Universita’, determinato per l’anno accademico 2009/2010 in euro 184,16 (centottantaquattro/16), e’ aumentato dell’1,5 per cento in relazione al Tasso di inflazione programmato per il 2010, ed e’ pertanto determinato per l’anno accademico 2010/2011 in euro 186,92’. Ma, secondo una ricerca, condotta dal Sole24Ore, pubblicata sul sito ’Universita.it’ sono molti gli atenei pubblici in Italia dove le tasse universitarie pagate dagli studenti superano il limite del 20 per cento del fondo di finanziamento ordinario previsto per legge. In cima alla lista l’Universita’ di Urbino che doppia quasi il limite consentito per legge, poi Bergamo, lo Iuav di Venezia e il Politecnico di Milano e l’Universita’ di Pavia.Questi ultimi tre chiedono rispettivamente un contributo annuale medio pari a 1.770, 1.399 e 1.390 euro a studente A seguire la Statale di Milano, l’Universita’ dell’Insubria, la Bicocca di Milano, e poi Bologna e Padova. Piu’ si scende lungo lo stivale piu’ le tasse universitarie richieste agli studenti universitari diminuiscono. Il motivo? Al Sud il problema delle tasse e’ un tema caldo, alzarle oltre il limite consentito scatenerebbe non solo proteste di massa – come e’ gia’ successo a Bari a maggio – ma soprattutto sarebbe un incentivo all’esodo dei cervelli negli atenei del Centro-Nord. Cosi’ le universita’ del Mezzogiorno cercano di sopravvivere con tasse piu’ basse. Tra le universita’ italiane che raggiungono o superano il limite del 20% ci sono anche quelle di Napoli Parthenope, Napoli Orientale, Benevento e Campobasso. Tra le universita’ capitoline compare Roma Tre, che supera il limite del 2 per cento. Il fenomeno delle tasse universitarie fuori controllo, gia’ emerso in passato, sembra insomma diventato una prassi. Gli atenei pubblici compresi dalla tabella e che raggiungono o superano il limite del 20 per cento dei finanziamenti pubblici sono 25.

Fonte: AdnKronos

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