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Musica: al Museo del Sannio il quartetto Prometeo omaggia Robert Schumann

Scritto da il 9 dicembre 2010 alle 09:58 e archiviato sotto la voce Attualità, Cultura & Spettacoli. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Domenica 12 dicembre, alle ore 18.30, presso l’auditorium “Gianni Vergineo” del Museo del Sannio di Benevento, importante appuntamento con la grande musica romantica, con l’esecuzione dei tre Quartetti op. 41 di Robert Schumann. Prestigiosi interpreti i componenti del Quartetto Prometeo: Giulio Rovighi, violino e docente del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento; Aldo Campagnari, violino; Massimo Piva, viola;  Francesco Dillon, violoncello. Un concerto straordinario, al quale sarà possibile accedere fino ad esaurimento posti. Insignito di numerosi premi (tra cui ricordiamo: Prague Spring International Music Competition, Premio Città di Praga, Thomas Infeld dalla Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest), protagonista di altrettanto numerosi concerti in tutto il mondo, sempre attento alle espressioni musicali del nostro tempo, il Quartetto Prometeo ha un repertorio vastissimo che gli ha permesso di ottenere riconoscimenti prestigiosi, motivati dall’alta tensione interpretativa che permea tutto il repertorio quartettistico. L’esecuzione dei tre Quartetti op. 41 – n. 1 in la minore, n. 2 in Fa Maggiore e n. 3 in La Maggiore – di Robert Schumann, si inserisce tra le manifestazioni per celebrarne il bicentenario della nascita. Conosciuto soprattutto per le sue composizioni liederistiche, Schumann fu anche critico musicale di notevole talento: contribuì sensibilmente alla critica musicale costituendone un insuperabile modello. Grazie alla sua spiccata inclinazione per la letteratura, l’autore stabilì un legame del tutto privilegiato tra musica e poesia: se da un lato egli ha affermato l’assoluta autonomia del linguaggio musicale, dall’altro ha dimostrato una marcata propensione a investire le sue opere di allusioni letterarie. Lo studio delle forme classiche e del contrappunto armonico tradizionale sono riconoscibili nei Quartetti op. 41: esiti fortunati di un’ispirazione senza incertezze in un clima di fiducia incondizionato, pervaso davvero da uno spirito rinnovato. Il grado di maturazione e di certezza al quale Schumann era pervenuto per affrontare questi impegni cameristici è dimostrato dalla strabiliante celerità dei tempi di composizione: i soli mesi di giugno e luglio del 1842 per i tre Quartetti per archi. Dedicati al compositore F. B. Mendelssohn, musicista per il quale Schumann sentiva una profonda amicizia, non esente da un senso di ammirazione, a tratti anche reverenziale, considerato quasi la rappresentazione dell’ideale della serenità e dell’equilibrio non disgiunti, i tre Quartetti per archi op. 41 costituiscono senza dubbio l’opera grazie alla quale il compositore sentirà di aver finalmente raggiunto il proprio scopo: convincere i contemporanei delle capacità creative del loro artefice anche al di fuori del pianoforte e del Lied.

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