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Legambiente: riaggiudicazione centro accoglienza rifugiati di San Lupo

Scritto da il 6 dicembre 2010 alle 18:22 e archiviato sotto la voce Attualità, Sociale. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Venerdì scorso il Ministero dell’Interno, dopo un’attenta analisi delle offerte tecniche in merito al progetto di accoglienza ed integrazione di rifugiati politici eritrei denominato “Piccoli Comuni Grande Solidarietà” ha confermato l’assegnazione del bando pubblico di gestione a Connecting People. Ottemperando in senso stretto alle sentenze, il Ministero ha confermato quei punteggi dati nella prima aggiudicazione, annullata da una sentenza del TAR del Lazio e dal Consiglio di Stato a seguito di un ricorso presentato da Legambiente, arrivata seconda nell’aggiudicazione del bando. Una conferma nonostante nella sentenza del TAR si dichiari “ E’ invece fondato (…) il secondo profilo con cui si lamenta l’illogicità manifesta, l’erroneità, la disparità di trattamento delle valutazioni delle offerte tecniche effettuate dalla Commissione valutatrice (…). In particolare nel giudicare: la Formazione linguistica Italiana(…), la voce Mediazione culturale ed attività di inclusione sociale. (…) Nel caso di specie deve invero rilevarsi, sotto il profilo della logica e della razionalità, come il giudizio della Commissione appaia ampiamente strutturalmente carente in relazione alla illogicità, irrazionalità ed ingiustizia manifesta delle valutazioni”. Valutazioni confermate dalla successiva sentenza del Consiglio di Stato che recita: “A voler seguire il ragionamento degli appellanti (Ministero dell’Interno e Cohnnecting People), l’aggiudicazione del servizio potrebbe essere affidata ad elaborazioni del tutto astratte, forse anche valide sul piano scientifico, ma inidonee a contribuire alla corretta gestione del progetto.” Nei prossimi giorni Legambiente presenterà un nuovo ricorso al TAR del Lazio contro questa nuova assegnazione del progetto. “Una situazione grottesca, illogica e difficilmente comprensibile – commenta Grazia Fasano, presedente di Legambiente Valle Telesina – tanto più con un avvio di gestione di Connecting People nei primi otto mesi di progetto tutt’altro che incoraggiante, come hanno evidenziato le proteste dei rifugiati, lo sciopero della fame e il fatto che molti ospiti siano andati via in cerca di quei servizi mai o non sufficientemente erogati, nonostante un finanziamento record di oltre due milioni di euro in due anni.” Il progetto sperimentale e innovativo sviluppato nell’ambito del PON Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007– 2013 includeva tra i suoi qualificanti obiettivi l’integrazione dei rifugiati nei Piccoli Comuni, che può rappresentare un’importante novità nel piano dell’accoglienza in contesti più tutelati coniugandolo con un’occasione di crescita collettiva, economica, demografica, culturale e socio lavorativa per le comunità locali. Un’occasione colta con grande coraggio e intelligenza dal primo cittadino di San Lupo, che ha così rappresentato al meglio lo spirito solidale di tutta la comunità. “Esprimiamo un convinto riconoscimento all’Amministrazione comunale di San Lupo – continua Grazia Fasano – , è spesso intervenuta per risolvere le carenze e le lacune di gestione del progetto, diventando punto di riferimento insostituibile per i rifugiati. Una situazione che però non può continuare a pesare sulla comunità, ma che deve essere risolta da chi gestisce il centro. L’avvio dell’annunciata fantomatica seconda fase di gestione speriamo colmi queste pesanti lacune”. Un progetto che, se correttamente gestito, ha tutti i presupposti per contribuire alla creazione di un sistema riproducibile sul piano nazionale, anche nella possibile nascita in altri piccoli comuni di nuovi progetti che si ispirino e traggano spunto dall’esperienza di San Lupo. “I piccoli comuni sono luoghi di primaria importanza per il nostro Paese, che contribuiscono a renderlo unico al mondo– commenta Rossella Muroni, Direttore Generale di Legambiente Nazionale – progetti di questa natura sono una delle tante occasioni per sostenere i piccoli comuni italiani, che troppo spesso rischiano di morire. Un’occasione unica per coniugare le esigenze e i bisogni dei rifugiati con quelli delle comunità locali, a patto che siano ben gestiti e non si trasformino invece in insostenibili pesi per le amministrazioni locali, già duramente provate dalla situazione economica e dai tagli del Governo”.

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